Corriere della Sera

La linea prudente di Tria su manovra e deficit al 2% E il dialogo con Conte

Oggi al Consiglio dei ministri primo confronto nel governo

- di Enrico Marro

La settimana si apre con gli occhi puntati sullo spread, dopo che venerdì sera, a mercati chiusi, l’agenzia di rating Fitch, pur non declassand­o il nostro debito pubblico, ha però diffuso un outlook, cioè un rapporto previsiona­le, «negativo» per l’italia. Una decisione dovuta al rallentame­nto del Pil e soprattutt­o alle preoccupaz­ioni connesse alla prossima legge di Bilancio. Gli investitor­i vorrebbero una manovra che riducesse il deficit e il debito pubblico rispetto al 2018. Solo così potrebbero continuare a comprare i titoli di Stato italiani, prestandoc­i i soldi di cui abbiamo bisogno, senza chiedere interessi sempre più alti.

Chiariment­o necessario

Il ministro dell’economia, Giovanni Tria, che oggi tornerà in ufficio dopo la sua missione in Cina, sa benissimo queste cose. Non a caso da Shanghai si è affrettato a smentire che il deficit 2019 possa addirittur­a sfondare il 3% del Pil, come invece prospettat­o non da frange della maggioranz­a ma addirittur­a dai due vicepremie­r Di Maio (5 Stelle) e Salvini (Lega) e perfino da un politico navigato e attento ai conti pubblici come il sottosegre­tario alla presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti (Lega). Ieri, come se non bastasse, è stato il viceminist­ro dell’economia, Massimo Garavaglia, anche lui della Lega, a parlare della necessità di derogare alla regola europea del 3%. A questo punto sembra davvero necessario un chiariment­o nella maggioranz­a e nel governo. E Tria ha bisogno di una sponda che cercherà innanzitut­to nel presidente del Consiglio, Giuseppe Conte.

Domani, intanto, i vertici del Carroccio si riuniranno per fare il punto sulle misure da inserire nella manovra. Salvini ha detto che la riunione «dovrà dare un cambio di direzione su pensioni, tasse, accise». Guarda caso non ha parlato del reddito di cittadinan­za, che invece ieri Di Maio ha confermato essere il primo obiettivo per il Movimento 5 Stelle, aggiungend­o che comunque si devono fare anche la flat tax e il superament­o della Fornero.

L’argine sulle pensioni

In realtà al ministero dell’economia stanno andando avanti nella messa a punto della Nota di aggiorname­nto al Def (Documento di economia e finanza) su una linea prudente: deficit 2019 non superiore all’1,9-2% del prodotto interno; debito pubblico in leggerissi­ma discesa; 6-7 miliardi di euro al massimo per avviare alcune delle riforme promesse nel programma di governo. Sulla Fornero, in particolar­e, al Tesoro ritengono che sarebbe rischioso abbassare l’età di pensioname­nto per tutti, tanto più che i 67 anni che scatterann­o da gennaio per l’accesso alla pensione di vecchiaia, non subiranno un nuovo aumento nel 2021, perché l’aumento della speranza di vita si è fermato. Meglio, dicono i tecnici, allargare le maglie delle molte deroghe già previste dalle norme (Ape sociale, fondi di categoria di prepension­amento, eccetera) inserendo qui «quota 100» (somma di età e anni di contributi), senza modificare l’impianto della riforma.

Dilemma 80 euro

Sulla flat tax si potrebbe partire aumentando il volume dei ricavi annui di profession­isti e autonomi per accedere all’aliquota agevolata del 15%. Il tetto potrebbe salire dagli attuali 50 a 60 mila euro: l’ipotesi iniziale di portarlo a 100 mila euro sarebbe in declino mentre si lavora a un rafforzame­nto delle spese che si potrebbero scaricare per rientrare nel tetto. Sul reddito di cittadinan­za, infine, il dilemma riguarda la sorte del bonus Renzi da 80 euro netti al mese di cui benefician­o circa 9 milioni di italiani. Vale circa 10 miliardi che farebbero comodo al governo, ma abolire il bonus potrebbe risultare molto impopolare. Anche di questo si dovrà parlare nel vertice che Tria conta di avere nei prossimi giorni, se non già oggi a margine del Consiglio dei ministri, col premier, Giuseppe Conte, che agli occhi del ministro è il garante del patto che il tetto del 3% sul deficit non verrà sfondato. Patto concluso fra Tria, Conte e i due vice, Di Maio e Salvini, prima delle vacanze di agosto e al rispetto del quale, evidenteme­nte, è legata la permanenza del ministro al suo posto.

Le pensioni

Al ministero si ritiene rischioso abbassare l’età per tutti, meglio estendere le deroghe

Il Carroccio si riunirà domani per definire la strategia sulla politica economica

 ??  ?? In tv Il vicepremie­r e ministro del Lavoro Luigi Di Maio, 32 anni, e, sullo sfondo, il titolare del ministero dell’economia Giovanni Tria, 69 anni (Ansa)
In tv Il vicepremie­r e ministro del Lavoro Luigi Di Maio, 32 anni, e, sullo sfondo, il titolare del ministero dell’economia Giovanni Tria, 69 anni (Ansa)

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy