L’offerta di FI all’«alleato»: alle Regionali con i nostri in cambio di un sì sulla Rai
In settimana vertice tra Berlusconi e il vicepremier
«Dopo settembre, che si rinsaldi l’alleanza con la Lega o che si rompa del tutto, nulla sarà più come prima». Se l’è sentita ripetere decine di volte, Silvio Berlusconi, questa cantilena. Sarà per questo che l’ex premier s’è deciso a prendere l’iniziativa e ha capito che il tempo di ritrovarsi faccia a faccia col nemico-amico Matteo Salvini è arrivato. Certo, rimangono ancora da incrociare le agende sue e del vicepresidente del partito Antonio Tajani con quella — fittissima — del vicepremier e ministro dell’interno. Ma, da Forza Italia, danno per «certo, certissimo, matematico» che i vertici della claudicante coalizione di centrodestra si ritroveranno, l’uno di fronte all’altro, già questa settimana. Blitz a parte, escluso che accada oggi o domani. Da mercoledì a sabato, Salvini permettendo, tutti i giorni sono buoni.
La questione sul tavolo è soprattutto una. Andare avanti col vecchio centrodestra, come vorrebbe la maggioranza di Forza Italia? Oppure cambiare assetto, prendendo atto che i due partiti hanno preso strade diverse e consistenze elettorali diverse? Berlusconi cerca un accordo organico. A cominciare dalla garanzia, che lo stato maggiore leghista dovrebbe sottoscrivere, che il centrodestra si presenterà compatto — e con un candidato governatore di Forza Italia — al primo assaggio della tornata di elezioni regionali, quelle di Abruzzo e Basilicata. In cambio, è pronto a cambiare atteggiamento nei confronti della maggioranza su questioni che il blocco Movimento 5 Stelle-lega non è in grado di disbrigare da sola. A cominciare, in ordine cronologico, dall’elezione del presidente della Rai. FI, ovviamente, preferirebbe pescare dal mazzo un nome diverso da quello di Marcello Foa. Un identikit, per esempio, simile a quello dell’ex direttore di Raiuno Fabrizio Del Noce (ipotesi ventilata pochi giorni fa da Dagospia) già deputato azzurro e oggi molto amico del leader della Lega.
Ma Salvini ha davvero voglia di rinunciare a Foa? Chi lo conosce bene giura che il vicepremier non ha ancora fatto sbollire la rabbia per il mancato sostegno forzista all’ex vicedirettore del Giornale. Difficilmente, stando a questa chiave di lettura, cambierà idea. Al punto che, capovolgendo il tavolo, la Lega potrebbe trasformare il banco di prova Rai in un «prendere o lasciare» nei confronti dei berlusconiani. Della serie, «votate Foa e discutiamo ancora, non lo votate e sarà guerra». Sottotesto, anche alle Regionali.
Certo, l’opzione choc di vedere Lega e FI separate già in Abruzzo sembra sempre più remota. «Diciamo che sul territorio c’è stato un riavvicinamento rispetto all’estate», mette a verbale il deputato abruzzese Antonio Martino. Qualcuno ipotizza che, visto che anche il centrosinistra potrebbe correre senza il simbolo del Pd, il voto in Abruzzo possa servire per sperimentare una super-lista unica del centrodestra. L’anticamera di quel partito unitario che i vertici azzurri, Giovanni Toti a parte, vedono come fumo negli occhi.
E si ritorna al punto di partenza, a questo settembre che lascerà tutto «diverso da com’era prima», almeno nel centrodestra. Una sentenza sfavorevole alla Lega nel processo sui fondi, con Salvini che a quel punto sarebbe costretto a cambiare nome e simbolo per non chiudere baracca, potrebbe innescare un percorso nuovo. Con la nascita di un partito unitario, oppure con un’alleanza tra la Lega e l’ala filo-salviniana degli azzurri che si staccherebbe da Forza Italia. Tutti scenari che Berlusconi ha intenzione di sentirsi smentire nell’arco di pochi giorni. E dalla viva voce di Salvini.
Il Carroccio Difficilmente Salvini rinuncerà a Foa, che può diventare il banco di prova dell’intesa