La scrittrice femminista: io abusata a 7 anni
Il racconto di Naomi Wolf sul «Times»: fui stuprata per due volte dal baby sitter
Naomi Wolf è stata stuprata quando aveva sette anni dal suo baby sitter. Il primo giorno lui l’ha costretta a un rapporto orale, il secondo a un rapporto completo. La rivelazione dell’attivista statunitense arriva sulla spinta del #metoo a corredo della stroncatura dell’ultimo saggio della femminista australiana Germaine Greer On rape, Sullo stupro. Wolf, sulle pagine culturali del Times, liquida il libro come «incoerente, pieno di affermazioni a casaccio». Sbagliato fin dalla premessa, dal modo in cui la parola stupro viene usata durante tutto il saggio: «La penetrazione del pene nella vagina di una donna non consenziente».
Nei giorni del silenzio tombale seguiti alle rivelazioni su Asia Argento e alle accuse di violenza mosse dall’attore Jimmy Bennett, ai tempi dei fatti minorenne, il confronto letterario tra Naomi Wolf, 55 anni, e Germaine Greer, 79, fanno ancora più rumore. E la questione non è puramente etimologica. L’autrice del Mito della bellezza va subito sul personale: «A sette anni sono stata stuprata in modo orale la prima notte e vaginale la seconda: la prima non conta?». E ricorda, avendolo confrontato con altre donne vittime della stessa esperienza, che per tutte si è trattato del momento più vicino alla morte.
Greer afferma che lo stupro di per sé non implica violenza, perché puoi stuprare una donna addormentata senza che lei se ne accorga. E qui Wolf le fa notare di essere male informata quanto meno sulle leggi inglesi e americane, che chiaramente considerano un crimine tutti i casi in cui l’aggressore approfitta della vittima durante il sonno, quando ha assunto alcol o droghe, se, in definitiva, non ha espresso il suo consenso.
Ma le parti che Naomi Wolf considera più offensive sono quelle in cui la Greer, autrice negli anni 70 del bestseller L’eunuco femmina, sostiene che le ragazze siano più spaventate dal pene di quanto non lo siano i ragazzi da coltelli o pistole: la chiama paura «isterica» e ingiustificata, perché «un uomo non può ucciderti con il pene».
In questo scontro tra diverse generazioni del femminismo, Wolf accusa la collega di aver dormito per quarant’anni. «Dov’è stata tutto questo tempo?», chiede aspra. Osservando, infine, che soprattutto adesso dopo il #metoo il mondo femminile ha bisogno di riflessioni alte, filosofiche, magistrali su cosa sia un assalto sessuale. Non di queste riflessioni mitologiche e pericolose.