Corriere della Sera

Il Napoli non è più di Sarri né di Ancelotti Una sconfitta pesante che lascia solo rovine

- di Mario Sconcerti

La sconfitta del Napoli è pesante perché non lascia nessuna promessa dietro, solo rovine. Riporta inoltre la Juve da sola in testa alla classifica. La differenza è più netta di un anno fa. Il Napoli si accende solo quando sta già perdendo e non sempre basta. È nella via di mezzo che era la più temuta, una squadra non più di Sarri ma nemmeno di Ancelotti. Il quale si sta muovendo come un governo inutilment­e rivoluzion­ario, per trovare un’impronta cambia tutto. Fuori Hamsik, Insigne, Callejon, Mertens. È sicuro che il Napoli li abbia d’avanzo, che sia una squadra in grado di sostituirl­i? Il primo a disfare il Napoli è stato lui, ora sta perdendo tempo nel cercarne un altro. Spesso le prime giornate sono di squadre a sorpresa, non è questa la novità, lo sappiamo dalla storia delle stagioni. È il tempo poi a regolament­are. Ci sono dietro la Juve squadre ancora da costruire, non una ha tenuto il buono dell’ultima stagione. Forse solo l’inter ha fatto passi avanti sia pure dentro il suo carattere indecifrab­ile. Anche la Juve ha cambiato molto, infatti sta ancora studiando Ronaldo, ma la sua differenza complessiv­a, la sua mentalità da squadra mai in discussion­e, la tengono molto sopra qualunque avversario. Nel maggio scorso vinse il campionato per 4 punti, due anni fa pure, adesso la differenza sembra molto più netta. Tranne l’inter, le altre sono peggiorate. Non il Milan, che però fa un altro campionato, una stagione da quarto posto in cui peraltro è favorito. È cambiato molto il modo di giocare, tutti prendono più gol, il Napoli 6, la Roma 5, il Milan 4 in due partite. Anche in questo l’eccezione è l’inter (3 come la Juve, che comunque non sono pochi, fanno 38 a stagione). La differenza di forza delle migliori ha fatto tornare in auge un po’ di calcio difensivo. Questo sta favorendo un ritorno del gol in contropied­e. Ci si chiude e si riparte, quindi si uccidono e si ampliano gli spazi. I gol diversi nascono soprattutt­o da questo.

Torna intanto la Nazionale. Non sorprendet­evi dei ragazzi Zaniolo o Pellegri, sono convocazio­ni di conoscenza per talenti dati come sicuri. Non devono salvare l’italia adesso, devono cominciare a capirla. Infatti i convocati sono 31 per due partite. È chiaro che c’è del vuoto a perdere.

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