L’alternanza preoccupante di Sebastian
Igiochi di squadra sono sgradevoli ma bisogna saperli fare, soprattutto se disponi di una macchina inferiore e di un pilota superiore. In ogni caso, nel trionfo di Hamilton, favorito dalla condotta dello scudiero Bottas, il tema appartiene al capitolo «conseguenze». Perché è stata la Ferrari a perdere, è stato Vettel a commettere un ennesimo errore da foga, da scarsa consapevolezza della propria forza. Forse i due piloti in rosso non si sono parlati a sufficienza prima del via, definendo una serie minima di scenari possibili alla curva due. Forse — cosa probabile — Raikkonen ha ormai chiaro che non sarà riconfermato. Il che, se fosse vero, era una informazione a disposizione anche di Seb. Abbastanza per ipotizzare una sorta di indipendenza da ogni gerarchia da parte di Kimi e quindi indurre al ragionamento almeno per i primi chilometri. Il fatto è che Hamilton conosce il suo avversario ormai alla perfezione, ha focalizzato i punti deboli, molto esposti quest’anno, e dispone di classe sufficiente per indurlo all’errore. L’ha fatto in qualifica, con una Mercedes in netto affanno rispetto alla Ferrari; l’ha fatto in avvio di gara, quando le distanze sono ai minimi termini. Aiutato dalla squadra, più avanti, certo. Ma a quel punto, con Vettel obbligato a un recupero perdente, ogni tifoso Ferrari aveva compreso di trovarsi di fronte a un’occasione sfumata. I fischi sotto il podio contenevano delusione e frustrazione, non certo buona memoria, basti pensare alla carriera da ferrarista di Barrichello in epoca Schumacher. Fischi comprensibili ma antipatici al pari della tattica Mercedes. Diretti verso Hamilton, in assenza di Vettel. Le cui responsabilità cominciano a farsi consistenti, valutando la stoffa della sua Ferrari. Nervoso in prova, battuto da Raikkonen in qualifica, scuro in volto sabato sera. Al punto da far presagire un’altra domenica più nera che rossa. Serviva una smentita a un presentimento da sfiducia. È arrivata la peggior conferma da un campione che non trova vie di mezzo. Fortissimo oppure fragilissimo in una alternanza preoccupante.