Per Ancelotti il primo k.o.
A Genova non riesce la terza rimonta, Napoli al tappeto
Lo ha sfiorato in estate e mai lo aveva battuto. Marco Giampaolo la rivincita sul Napoli se la prende tutta insieme, dentro 90 minuti capolavoro, che consentono alla Sampdoria di dimenticare lo scivolone di Udine nella notte in cui i cuori di Marassi si fermano per ricordare la tragedia del ponte Morandi. Saponara ispira, Defrel decide con una doppietta strepitosa nel giro di 21 minuti, la squadra lotta. E Quagliarella, con un tacco magistrale, completa l’opera a un quarto d’ora dalla fine.
3-0 pesante. Il Napoli è nell’immagine sconsolata di Ancelotti, immobile davanti alla panchina. A Marassi gli azzurri avevano vinto le ultime cinque partite, segnando 15 gol. Stavolta vanno incontro a una figuraccia colossale. L’anti Juve non c’è, non può essere questo Napoli senza gioco e senza idee, senza grinta, né mordente. Siamo solo alla terza e c’è tutto il tempo per rimediare, considerando che anche Inter e Roma non hanno risolto i loro problemi. Ma serve una scossa. La sosta servirà all’allenatore, alla prima sconfitta, per chiarirsi le idee e accelerare il processo di cambiamento di una squadra che non è più di Sarri ma non è ancora di Ancelotti.
Carletto sbaglia anche le scelte perché la regia di Diawara, preferito a Hamsik, è insipida e Verdi, promosso nel tridente e sostituito come Insigne dopo appena un tempo, è inconsistente. Anche con la Lazio all’esordio e contro il Milan al San Paolo, il Napoli aveva fallito l’approccio ma era stato capace di rimontare. Stavolta no. Piatto, vuoto, grigio. La difesa balla, il centrocampo è pasticcione, gli attaccanti lavorano poco e sbagliano tanto. Milik, per altro poco mobile, non riceve un pallone giocabile. Non può essere questa la squadra di Ancelotti: troppo lenta, prevedibile,
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