Corriere della Sera

Nkoulou ferma la sorpresa Spal

Partita sospesa per un’ora e tre minuti, nel finale l’esordio di Zaza

- 1 0 2 Giampiero Timossi

TORINO Piove un po’ di tutto. Per esempio un pallone da calcio d’angolo, che dopo 53’ di gioco (effettivo), dentro una partita solo in apparenza infinita, finisce nella rete della Spal. Lo colpisce Nkoulou, centrale granata che il c.t. Seedorf rivorrebbe nel cuore della difesa del Camerun. Gol partita, vince il Toro, la corsa dei ferraresi rallenta alla terza di campionato, una corsa iniziata con due vittorie in altrettant­e prove.

Piove un po’ di tutto, un Soriano trequartis­ta aggiunto, Mazzarri sornione. Su Torospal scivolano molte cose: sorprese tattiche in corso, convocazio­ni azzurre alla vigilia (Sirigu, Belotti e Zaza dalla parte granata, Lazzari dall’altra), nuove candidatur­e per Roberto Mancini. E poi l’esordio con la maglia granata di Simone Zaza, che oggi farà piovere altri 12 milioni del riscatto nella casse del Valencia. E poi sì, piove moltissimo, un diluvio che si abbatte su Torino e rende acquatici i primi 18’ sul prato zuppo.

Piove tutta la sera, diluvia fino al diciottesi­mo, minutaggio contraddis­tinto da due interventi a filo d’acqua di Pasquale Schiattare­lla, ex vivaio

Torino Spal

calcio e il Toro ai tempi dei social, dove i tweet ti bersaglian­o a tutte le ore, dove piace socializza­re più con le critiche che con i compliment­i. «Così viene da pensare che, oggi, un anno valga doppio, c’è sempre un certo desiderio di bruciare quello che è appena stato fatto». Oggi ci sono squadre che hanno proprietar­i stranieri, «tre delle prime sei». Ci sono presidenti che arrivano dall’estero, fondi, azioni, investitor­i, non sempre un volto davanti. Poi, un «capo» da abbracciar­e si trova sempre, più difficile trovare chi ascolta le critiche (civili o meno) dei tifosi. «Le proprietà Colpo di testa Nikolas Nkoulou salta più in alto anche del Gallo Belotti e segna il gol della vittoria del Torino (Getty Images) straniere? Non le demonizzo, portano risorse, ci sono anche in altri campionati». Un Toro all’italiana però «è una risorsa», anche per il ct Mancini. Convocati Belotti, Sirigu e Zaza. «Penso anche ad altri tre giocatori: Izzo, Baselli e Soriano». Di un ex c.t., in questi anni, Cairo ha imparato a fidarsi, «Giampiero, Ventura, è un amico, mi ha dato tanti suggerimen­ti, sui giocatori, ma anche su come capire i giovani, potenziare il vivaio che ci sta dando grandi soddisfazi­oni, grazie al lavoro del responsabi­le Bava, con noi da 6 anni e a quello di Benedetti con la scuola calcio. Lui, il dg Comi e Barile sono al Toro da 13 anni».

In questa storia lunga 13 anni ci sono i momenti belli, «la vittoria al San Mames contro l’athletic Bilbao, nel 2015, ma prima metto l’11 giugno 2006, lo spareggio con il Mantova, la promozione in serie A, l’emozione condivisa con 60 mila tifosi». Ci sono i momenti più difficili, «la serie B, il dover girare a Torino con la scorta, essere contestato quando oltre a stare in B perdevi anche un milione al mese». Lasciare? «Mai pensato, neppure nei momenti più difficili». C’è il presente: «Quattro volte negli ultimi cinque anni, abbiamo chiuso nella parte sinistra della classifica. Ora abbiamo un allenatore che è una garanzia, solo tre giocatori in prestito, mentre siamo noi ad aver prestato Ljajic, Niang, Bonifazi e Milinkovic Savic». C’è un’ultima cosa: come venne in mente a Cairo di comprare il Torino? «La vita, molte volte, è dominata dal caso. Lo diceva un grande scrittore, Luigi Pirandello».

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