L’alieno di Spalletti ha già trasformato l’inter
Da Nainggolan gol e personalità, ora serve la condizione Lui tranquillizza tutti: «Nessun infortunio alla coscia»
MILANO La differenza l’ha fatta e si è visto. Un’altra Inter è possibile con Radja Nainggolan, nel gioco ancora migliorabile e di certo nella capacità di far male all’avversario. La prima rete del belga a Bologna ha aperto la strada alla vittoria e ha ridimensionato le paure, cresciute dopo le prime due giornate contro Sassuolo e Torino. Luciano Spalletti su Nainggolan non ha mai avuto dubbi, l’ha inseguito da quando si è trasferito dalla Roma all’inter. Aspettava di schierarlo per mostrare l’effetto che fa il Ninja o, come lo chiama il tecnico, l’alieno. «Radja può ancora crescere, come condizione e continuità. Gli ho visto fare quattro cinque strappi, ma di solito ne fa venti a partita».
Su uno di quegli scatti però Nainggolan si è inceppato e Spalletti dopo 78 minuti è stato costretto a sostituirlo per non rischiare ricadute. Dopo l’infortunio alla coscia sinistra rimediato il 18 luglio in amichevole con il Sion, il Ninja non poteva essere al massimo della condizione all’esordio in campionato. Nel dopo partita però ha subito voluto tranquillizzare il tecnico e lo staff medico: «Non preoccupatevi, sto bene», ha detto. Le rassicurazioni però non hanno smorzato l’apprensione di Spalletti: «Bisogna stare attenti e valutare bene le sue condizioni». Per evitare ricadute, pesanti per il futuro dell’inter. Una partita è stata sufficiente a evidenziare quanto Nainggolan sia già imprescindibile. Nessuno vuole perderlo più e il centrocampista ha voluto rasserenare gli animi. «Problemi alla coscia?
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È preoccupante? Mah, cosa si inventano», il messaggio con vena polemica postato su Twitter. La preoccupazione è cresciuta perché era stato lui attorno al 70’ a toccarsi la coscia e poi a chiedere il cambio. Lo staff medico dell’inter lo rivaluterà domani, la percezione comunque è buona: non ci sono ricadute, non c’è apprensione. Il giocatore di norma tende a minimizzare i problemi, mentre Spalletti prova a smorzare i facili entusiasmi. «Ha fatto una buona partita, poche cose ma buone. Ne deve fare di più, bisogna sacrificarsi, ci vogliono gli scatti e quei recuperi feroci che ancora non ho visto».
Benedetta sosta allora, perché permetterà a Nainggolan di recuperare con calma e crescere di condizione per ripresentarsi al meglio. Da metà a fine settembre sono cinque le partite in programma: si riprende con il Parma e poi ci sarà l’esordio in Champions League contro il Tottenham a San Siro. Anche per questo serve cautela con Nainggolan, prezioso come l’oro e da curare con la cautela di un cristallo. Non riperdere il Ninja è il primo obiettivo, recuperare Icardi e Lautaro (volati in Argentina per rispondere alla convocazione) l’altra urgenza. La presenza di Nainggolan però garantisce i gol tanto cercati da Spalletti fuori dall’attacco. Non è una coincidenza se delle cinque reti segnate fin qui dall’inter, due sono di Perisic, due dei centrocampisti Nainggolan e Candreva, una del difensore De Vrij. Testimonianza che l’inter è oggi una cooperativa del gol e non dipende più solo da Icardi che resta comunque fondamentale. L’anno scorso le 29 reti dell’argentino pesarono per il 44% sul totale (66) della squadra. L’impressione è che la percentuale si abbasserà. Anche perché c’è un Alieno in più nell’inter.