Corriere della Sera

La Vuelta sale, le quotazioni di Aru e Nibali scendono

Vince King, Simon Yates è il leader: Fabio fuori dai primi 10, per Vincenzo dubbi Mondiali

- Marco Bonarrigo

Dal rosa al rosso. Digerito dopo tre mesi il micidiale colpo da k.o. sferratogl­i da Chris Froome sul Colle delle Finestre al Giro d’italia, che lo svestì della maglia di leader indossata per due settimane, ieri Simon Yates si è preso quella della Vuelta sul primo vero arrivo in salita della corsa, a La Covatilla, nella regione di Castilla e Leon.

L’inglese si godrà oggi il giorno di riposo con un bottino di un secondo di vantaggio su Alejandro Valverde e di 14” su Nairo Quintana. Alle loro spalle, racchiusi in appena mezzo minuto, ci sono anche Buchmann, Jon Izagirre, Gallopin e Moreno. La frazione castiglian­a della corsa spagnola, più che illuminare sul possibile vincitore finale, ha eliminato alcuni dei possibili candidati al successo. In difficoltà negli ultimi chilometri, si è spento Mikal Kwiatkowsk­i — e con lui i sogni di «triplete» di Sky dopo le imprese di Froome e Thomas a Giro e Tour — e si è un po’ afflosciat­o anche Alejandro Valverde che negli ultimi due convulsi chilometri è stato lasciato al suo destino dal co-capitano Nairo Quintana: il murciano (due vittorie di tappa) resta ai vertici della classifica ma potrebbe essere costretto dalla Movistar a giocare da gregario. Quintana però, come gli capita spesso, non è stato capace di bissare il suo primo allungo e staccare col secondo Fedelissim­i

Il passaggio dei corridori nella provincia di Salamanca. La Vuelta finisce a Madrid il 16 (Epa) i diretti rivali Izaguirre e Lopez, che assieme a Uran sembrano i suoi avversari più pericolosi per la vittoria.

Fabio Aru ha perso 40” dai battistrad­a: rimasto sempre in coda al gruppo dei big nel tratto iniziale della salita, il sardo ha sofferto quando il ritmo è salito e stretto i denti per limitare i danni. «Sto facendo progressi nel ritmo di gara — ha spiegato l’azzurro, che ora è 11° a 1’08” da Yates — ma a 1,5 chilometri dalla fine quando ci sono stati i primi attacchi ho dovuto difendermi, limitando il divario». Al momento attuale per il capitano della Emirates, ancora lontano dalla condizione che gli permise di vincere la corsa nel 2015, l’obbiettivo più urgente è di rientrare nei primi dieci.

Eroe di giornata l’americano Ben King, già trionfator­e nella tappa di mezza montagna di Puerto de Alfacar. Promotore di una lunga fuga arrivata ad avere sei minuti di vantaggio, a lungo maglia rossa virtuale, King ha resistito al ritorno di Bauke Mollema nel finale e ha realizzato una doppietta di prestigio: non male per uno che in dieci anni di carriera aveva vinto una sola corsa importante, una tappa al Giro di California.

Sul versante Nibali, il siciliano ha tirato i remi in barca ben prima della salita conclusiva arrivando al traguardo con i velocisti, 20’ dopo il vincitore. Per lo Squalo le prossime due settimane saranno decisive per valutare le ambizioni mondiali: alla prova di Innsbruck mancano solo 27 giorni e i dubbi non sono pochi.

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