«Non c’è solo Zingaretti»
«Io non corro per guidare il Pd». Sala: il governatore è un buon nome. Polemica sugli attacchi social
«Zingaretti? Ci sarà anche un altro»: Matteo Renzi legge il futuro del Partito democratico e precisa: «Non corro per guidare il Pd». A fianco del governatore del Lazio si schiera il sindaco di Milano, Beppe Sala: «È un buon candidato». E il segretario Maurizio Martina al Corriere: «Temiamo che il governo insabbi la web tax».
ROMA Al momento Nicola Zingaretti è l’unico candidato alla segreteria del Pd in campo. Ma Matteo Renzi lascia intendere che lui non voterà per il governatore del Lazio.
Ospite di «Stasera Italia», la trasmissione di Barbara Palombelli in onda su Retequattro, l’ex segretario del Partito democratico spiega: «Non è detto che sia Zingaretti quello che voto io. Per come conosco il Pd ci sarà almeno un altro candidato. Si tratta di aspettare». E i renziani dovranno attendere un po’, perché al momento non hanno un candidato. Si rincorrono diverse ipotesi e altrettanti nomi: Teresa Bellanova, Matteo Richetti, Stefano Bonaccini, Marco Minniti, e il sempre riluttante Graziano Delrio. Ma il nome vero ancora non c’è. E proprio per questo, per fugare ogni sospetto sulle sue reali intenzioni, Renzi precisa: «Non parteciperò alle primarie. Ho già dato due volte».
Comunque l’ex premier assicura che darà il suo appoggio a chiunque vincerà, perché non vuole che qualcuno ripeta la sua esperienza: «Sono stato penalizzato dal fuoco amico».
Se Renzi fa capire che non intende votare Zingaretti (anche se una parte dei suoi gli suggerisce di essere della partita per non farsi mettere all’angolo dai suoi avversari interni come Franceschini e Orlando), Beppe Sala, invece, apre al presidente della Regione Lazio. Da Milano, il sindaco del capoluogo lombardo commenta positivamente la discesa in campo di Zingaretti. «La sua — osserva — può essere una buona candidatura». Ma Sala rivolge al governatore del Lazio anche un monito: «In questo momento il tema non si deve ridurre a una candidatura o a un uomo solo al comando».
Intanto il clima attorno al congresso che verrà si sta surriscaldando. Sui social sono usciti dei post di sostenitori di Renzi — o presunti tali — che attaccano duramente il governatore del Lazio. Zingaretti ha replicato a questi attacchi con fermezza: «Sui social iniziano a circolare delle card contro di me che stravolgono le cose che sto dicendo. Sono delle schifezze. Ma se pensano di mettermi paura si sbagliano. Noi non ci fermiamo, ma andiamo avanti con più forza di prima. Io mi impegnerò per un congresso delle idee e della passione, non dell’odio e del rancore».
«Inizia una civile campagna congressuale», ironizza un alto dirigente del Pd preoccupato per le tensioni future. Il rischio dello scontro interno c’è. Lo paventano anche i renziani, che con Matteo Ricci avvertono: «Candidandosi come l’anti-matteo, Zingaretti ha commesso un errore clamoroso».
Le alternative
Tra le ipotesi nell’area dell’ex segretario i nomi di Richetti, Bellanova e Minniti