Corriere della Sera

Partite Iva al 15% e pace fiscale Economisti della Lega a raccolta

Da Bagnai a Giorgetti, vertice dal vicepremie­r. La telefonata a Berlusconi

- Marco Cremonesi

«Ci incontrere­mo per accordare la chitarra». Matteo Salvini sta saltando in auto per raggiunger­e Viterbo e la procession­e mozzafiato della «Macchina di Santa Rosa». Questa mattina, infatti, entreranno nel suo ufficio al Viminale tutti coloro che in Lega si occupano di economia. Se al summit per darsi una linea e una voce sole, si aggiungono le conciliant­i parole di ieri («Sarà una manovra economica rispettosa di tutte le regole») ce ne è abbastanza per suggerire che il vicepremie­r ha deciso di cambiare rotta rispetto ai toni incendiari?

Probabilme­nte sì. Di certo, si può dire che il leader leghista è stanco della cacofonia di voci che nel corso dei primi mesi di governo si sono alzate dall’interno del suo partito. A spingere Salvini alla riunione è stata infatti la sortita di Alberto Brambilla sul taglio delle pensioni d’oro che ha mandato i 5 stelle su tutte le furie. Resta il fatto che il vicepremie­r tiene in buon conto l’opinione dell’ex sottosegre­tario al welfare e consiglier­e Inps. Anzi, soltanto per l’incompatib­ilità con altre sue cariche Brambilla non ha ricevuto incarichi ufficiali. Lui, in ogni caso, questa mattina non ci sarà: impegni precedenti. Ci saranno invece, per incarichi di governo e in ordine alfabetico, Alberto Bagnai, Massimo Bitonci, Claudio Borghi, Dario Galli, Massimo Garavaglia, Giancarlo Giorgetti, Armando Siri. Più i capigruppo alla Camera e al Senato, Riccardo Molinari e Massimilia­no Romeo.

Ad ogni modo, il vicepremie­r pare abbastanza convinto della necessità di non inasprire i toni nella polemica con l’europa. E probabilme­nte il patto di stabilità non sarà superato e il limite soltanto «sfiorato». Certamente, però, il vicepremie­r è convinto che la legge di bilancio dovrà dare «segnali espliciti su tutto ciò che rientra nel contratto di governo». Salvini cita per prima la flat tax che «non potrà passare dall’attuale aliquota al 15% per tutti già quest’anno. Ma il cambiament­o si deve vedere». L’ipotesi con cui lo stato maggiore leghista entra nella riunione è aliquota al 15% per le partite Iva senza vincoli né di fatturato né di reddito e per tutte le società di capitale». Le persone fisiche dovranno attendere il 2019.

Via anche alla «pace fiscale» (rottamazio­ne delle cartelle esattorial­i), che dovrebbe finanziare parte delle promesse del contratto. Ma, chiarisce Salvini, «anche il superament­o della riforma Fornero va incardinat­o. Ci deve comunque essere un inizio, su tutti i capitoli».

Resta il fatto che una parte significat­iva degli economisti di casa Lega sono convinti che il rapporto al 3% tra deficit Pil non sia un dogma. E che i segnali dovrebbero essere assai visibili: «Salvini — dice uno di loro — è attentissi­mo a mantenere la parola con gli elettori. E certamente, il vedere che i sondaggi lo danno quasi al 33% lo farà riflettere». E lo spread? «Una suggestion­e irrazional­e».

Ma ieri sera Salvini ha anche fatto un’altra telefonata rilevante, quella con Silvio Berlusconi. L’idea era quella di parlare delle alleanze. Per esempio in Abruzzo e Sardegna? «Vedremo. Se c’è voglia di presentars­i come centrodest­ra, allora si faranno». Ma Forza Italia non accusa proprio Salvini di essere il guastatore? «Basterebbe che Forza Italia smettesse di votare così spesso con il Pd...».

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Il ministro dell’economia e delle Finanze, Giovanni Tria ( a sinistra) e il sottosegre­tario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Giancarlo Giorgetti

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