«Partiamo con la flat tax Serve un segnale per chi vuole investire»
Il sottosegretario del Carroccio Rixi (Mit)
ROMA «A settembre lo spread sale sempre. È come le foglie quando cadono in autunno», ironizza il sottosegretario alla Infrastrutture Edoardo Rixi.
Scherzi a parte, i mercati si agitano in vista dalla manovra finanziaria. Sforerete il 3 per cento del rapporto deficit/pil?
«Come ha detto Matteo Salvini riteniamo che si possa sfiorare. I parametri sono da tenere in considerazione, ma c’è anche altro. Prima di ogni cosa vengono le esigenze del nostro Paese e degli italiani. Come dire, non c’è il baratro
sopra il 3%». Quali saranno le priorità della manovra?
«Dobbiamo mantenere gli impegni. Il nostro obiettivo è che il Paese esca da questo pseudo crisi».
Quando dice «impegni» si riferisce alla flat tax o al reddito di cittadinanza?
«Faremo quello che c’è scritto nel contratto di governo. Il reddito di cittadinanza è lì presente e da quel punto di vista si farà».
Però voi leghisti spingete più per la flat tax. Non è così?
«È fondamentale dare finalmente un segnale a chi investe. In particolare, il primo step sulla tassa piatta può essere quello di estendere il regime forfettario del 15 per cento fino a 100 mila euro. Lo Stato non deve essere un mero esattore ma deve tornare ad avere un’azione propulsiva nel rilancio del paese. Le due parole chiave sono: semplificazione e investimenti».
Corriere
In un’intervista al Carlo Cottarelli, già commissario alla spending review, afferma che «non possiamo permetterci le misure
del programma». Avete calcolato gli effetti della flat tax sul gettito?
«Abbiamo fatto dei calcoli e le assicuro che non avrà un effetto catastrofico. Tutti criticano la flat tax. Ma nessuno dice che l’unica imposta sull’immobile che ha aumentato il gettito è stata la cedolare secca. Cottarelli è molto bravo a evidenziare i problemi ma poco a dare le soluzioni».
Per fornire le coperture vi servirete della pace fiscale, una sorta di supercondono?
«Ma no. Nel momento in cui si rivede il sistema fiscale devi dare anche la possibilità a tante aziende che si trovano indebitate in maniera insostenibile di sanare i conti con lo Stato».
Sono allo studio anche una serie di interventi di riordino su detrazioni e deduzioni che riguardano gli agricoltori e gli autotrasportatori. È cosi?
«Noi come Mit apriremo un tavolo per ridiscutere tutto il sistema dell’autotrasporto italiano: le regole, le esigenze dell’imprese. Si può anche decidere di toglierne alcune e metterne altre. Ma sul settore delle infrastrutture e dei trasporti urge fare investimenti. Noi non siamo per tagli. In passato hanno sforbiciato talmente tanto che ormai vanno giù i ponti».
Su Tav, Tap e investimenti vi state scontrando con i cinquestelle. Come finirà?
d La crisi Faremo quello che c’è scritto nel contratto di governo, l’obiettivo è far uscire il Paese dalla crisi
«Non ci saranno problemi intergovernativi a livello di grandi opere. Le infrastrutture di questo Paese vanno riviste per evitare altre sciagure come quella di Genova. Ecco perché gli investimenti per le infrastrutture devono essere tolti dal rapporto Deficit/pil».