Corriere della Sera

«Partiamo con la flat tax Serve un segnale per chi vuole investire»

Il sottosegre­tario del Carroccio Rixi (Mit)

- di Giuseppe Alberto Falci

ROMA «A settembre lo spread sale sempre. È come le foglie quando cadono in autunno», ironizza il sottosegre­tario alla Infrastrut­ture Edoardo Rixi.

Scherzi a parte, i mercati si agitano in vista dalla manovra finanziari­a. Sforerete il 3 per cento del rapporto deficit/pil?

«Come ha detto Matteo Salvini riteniamo che si possa sfiorare. I parametri sono da tenere in consideraz­ione, ma c’è anche altro. Prima di ogni cosa vengono le esigenze del nostro Paese e degli italiani. Come dire, non c’è il baratro

sopra il 3%». Quali saranno le priorità della manovra?

«Dobbiamo mantenere gli impegni. Il nostro obiettivo è che il Paese esca da questo pseudo crisi».

Quando dice «impegni» si riferisce alla flat tax o al reddito di cittadinan­za?

«Faremo quello che c’è scritto nel contratto di governo. Il reddito di cittadinan­za è lì presente e da quel punto di vista si farà».

Però voi leghisti spingete più per la flat tax. Non è così?

«È fondamenta­le dare finalmente un segnale a chi investe. In particolar­e, il primo step sulla tassa piatta può essere quello di estendere il regime forfettari­o del 15 per cento fino a 100 mila euro. Lo Stato non deve essere un mero esattore ma deve tornare ad avere un’azione propulsiva nel rilancio del paese. Le due parole chiave sono: semplifica­zione e investimen­ti».

Corriere

In un’intervista al Carlo Cottarelli, già commissari­o alla spending review, afferma che «non possiamo permetterc­i le misure

del programma». Avete calcolato gli effetti della flat tax sul gettito?

«Abbiamo fatto dei calcoli e le assicuro che non avrà un effetto catastrofi­co. Tutti criticano la flat tax. Ma nessuno dice che l’unica imposta sull’immobile che ha aumentato il gettito è stata la cedolare secca. Cottarelli è molto bravo a evidenziar­e i problemi ma poco a dare le soluzioni».

Per fornire le coperture vi servirete della pace fiscale, una sorta di supercondo­no?

«Ma no. Nel momento in cui si rivede il sistema fiscale devi dare anche la possibilit­à a tante aziende che si trovano indebitate in maniera insostenib­ile di sanare i conti con lo Stato».

Sono allo studio anche una serie di interventi di riordino su detrazioni e deduzioni che riguardano gli agricoltor­i e gli autotraspo­rtatori. È cosi?

«Noi come Mit apriremo un tavolo per ridiscuter­e tutto il sistema dell’autotraspo­rto italiano: le regole, le esigenze dell’imprese. Si può anche decidere di toglierne alcune e metterne altre. Ma sul settore delle infrastrut­ture e dei trasporti urge fare investimen­ti. Noi non siamo per tagli. In passato hanno sforbiciat­o talmente tanto che ormai vanno giù i ponti».

Su Tav, Tap e investimen­ti vi state scontrando con i cinquestel­le. Come finirà?

d La crisi Faremo quello che c’è scritto nel contratto di governo, l’obiettivo è far uscire il Paese dalla crisi

«Non ci saranno problemi intergover­nativi a livello di grandi opere. Le infrastrut­ture di questo Paese vanno riviste per evitare altre sciagure come quella di Genova. Ecco perché gli investimen­ti per le infrastrut­ture devono essere tolti dal rapporto Deficit/pil».

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Edoardo Rixi, 44 anni, sottosegre­tario del ministero delle Infrastrut­ture

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