Corriere della Sera

Il dilemma dell’orsa Peppina

Sulmona, esce dalla riserva con i tre cuccioli Gli animalisti: «È un caso eccezional­e, va lasciata libera». Gli allevatori: «No, attacca i pollai»

- Nicola Catenaro

Aosservarl­a da lontano, si prova tanta tenerezza. Peppina è una mamma e, come tale, ha una sola preoccupaz­ione: sfamare i cuccioli che saltellano da qualche mese dietro di lei in cerca di cibo. Peppina rappresent­a anche un evento speciale e unico: è il primo caso di orso marsicano con tre piccoli al seguito mai registrato al di fuori dei tradiziona­li confini, segnati dal Parco d’abruzzo, dove la maggior parte dei suoi simili vive.

Sono la fame e l’istinto di sopravvive­nza a spingerla giù dalla montagna, fino a Pettorano sul Gizio, paese a quindici minuti di auto da Sulmona. Dell’uomo sembra non avere quasi più paura: sta diventando, come si dice in gergo, «confidente». Ma scacciarla, per chi le vuole bene, è l’unica strada per salvarla dal rischio che venga investita, avvelenata o uccisa dall’uomo. Quattro anni fa, proprio in questo paesino di 1.400 anime in provincia dell’aquila, uno dei residenti si trovò faccia a faccia con un grosso esemplare davanti alla propria abitazione e lo uccise a fucilate.

«Stiamo facendo di tutto per allontanar­e Peppina dai centri abitati — spiega Antonio Di Croce, direttore della Riserva Monte Genzana e referente ministeria­le per l’attuazione del Patom, il piano di azione per la tutela dell’orso bruno marsicano —. Operatori e volontari stanno intensific­ando da giorni gli sforzi per dotare gratuitame­nte tutti i residenti di Pettorano e zone limitrofe di recinzioni elettrific­ate a protezione dei piccoli allevament­i. Li stiamo consegnand­o porta a porta». All’interno della Riserva sono nati tanti altri progetti per l’orso come la «bear smart community», che vuole sensibiliz­zare istituzion­i e comunità, e una task force per prevenire i danni procurati da questi animali che impegna anche la Regione Abruzzo, i Carabinier­i Forestali, il Parco Mamma L’orsa Peppina è il primo caso di orso marsicano con tre piccoli al seguito mai registrato al di fuori dei confini del Parco d’abruzzo, dove la maggior parte dei suoi simili vive nazionale della Majella e le associazio­ni «Salviamo l’orso» e «Dalla parte dell’orso».

Eppure Peppina continua a far paura ad alcuni. Pochi giorni fa è tornata a far visita a Pettorano distruggen­do un pollaio. L’ultimo di una serie di raid. Domenico Ventresca, portavoce dei cittadini, è arrabbiato e chiede contromisu­re a tutela dei residenti: «Occorre riportare Peppina nel Parco, siamo disposti ad autotassar­ci per rifornire lei e i cuccioli di cibo lontano da qui». «Non esistono casi documentat­i di attacchi di orsi marsicani all’uomo — replica Di Croce —, non siamo in America e questi non sono grizzly. Tuttavia non è prevedibil­e che reazione possa avere Peppina se avverte una minaccia per se stessa o per i propri cuccioli, ad esempio se qualcuno si avvicinass­e per una foto. Per questo è fondamenta­le dissuadere lei e gli altri orsi dall’avvicinars­i alle abitazioni». L’ordinanza che il sindaco Pasquale Franciosa ha firmato il 22 agosto scorso va in questa direzione: vieta di dar da mangiare agli orsi e persino di ritrarli da vicino.

Oggi si presume che quasi settanta orsi marsicani vivano in Abruzzo, Lazio e Molise. «Negli ultimi due anni ne sono nati 22 — afferma il presidente del Parco, Antonio Carrara, impegnato in prima linea nelle azioni a tutela della specie —, sono numeri che dimostrano una buona vitalità e, se l’impegno di tutti resta elevato, si potrà fare molto per salvare la specie dal rischio estinzione».

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy