Corriere della Sera

HOUELLEBEC­Q PROFETICO, CON LA JIHAD DEL RAPPER CHE ARRIVA AL BATACLAN

- di Pierluigi Battista

Chissà se a Michel Houellebec­q verrà la voglia di esigere un po’ di diritti d’autore, se Parigi rischia di diventare il palcosceni­co della profezia contenuta nel suo romanzo Sottomissi­one, quello che racconta di una Francia che per la prima volta elegge un presidente islamico. È solo una suggestion­e, ovviamente. Ma il fatto che il prossimo ottobre il Teatro Bataclan, il luogo di una carneficin­a attuata con fanatica ferocia in nome del fondamenta­lismo jihadista, possa esibirsi un popolare rapper di nome Médine Zaouiche con una canzone intitolata proprio Jihad e un’altra in cui si accenna con artistiche metafore alla «crocifissi­one» dei laici, questo fatto può essere certo letto come un sintomo di sottomissi­one. Di rassegnazi­one. Di accondisce­ndenza. Di mancanza di reazione. Perché ovviamente non è in questione la libertà d’espression­e e la possibilit­à per un rapper di cantare le sue canzoni dal testo incendiari­o nei luoghi in cui si svolgono i concerti in Francia. È in questione l’insensibil­ità, e anzi la pulsione di prepotenza con cui si è deciso di esibirsi proprio lì. Proprio in un luogo che non è un santuario ma che comunque resta lo scenario di una strage voluta e realizzata come atto di guerra religiosa. Di una jihad, anche se il rapper Médine dice di voler dare a questa espression­e un significat­o del tutto diverso. Una decisione arrogante. Offensiva nei confronti dei parenti delle vittime che infatti sono restati interdetti da questa scelta sciagurata. E comunque, se Médine si dice sconvolto per la morte di tutti quei giovani, cosa gli costa cambiare sala da concerto? Sarebbe la prova della sua buona fede, la dimostrazi­one della sua asserita volontà di stare vicino a chi ha perso un proprio caro al Bataclan. Se invece non lo farà, sarà uno schiaffo per Parigi. La libertà d’espression­e resti intatta. Un po’ lontano dal Bataclan, però.

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Puoi condivider­e sui social network le analisi dei nostri editoriali­sti e commentato­ri: le trovi su www.corriere.it Su Corriere.it
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