Corriere della Sera

Ilva, pochi giorni per il salvataggi­o Il 7 settembre la decisione su Mittal

Di Maio: se la gara è valida, il 15 il gruppo ai nuovi soci. Ma serve di più sull’ambiente

- Michelange­lo Borrillo

I dieci giorni dell’ilva. Da domani 5 settembre al 15 si decide il futuro del principale gruppo siderurgic­o italiano. Nel mezzo altre due date cardine: il 7 e l’11. Entro metà mese il gruppo commissari­ato dal 2013 e in amministra­zione straordina­ria dal 2015 dovrà avere il nuovo proprietar­io. L’alternativ­a è un’ulteriore gara con le casse dell’azienda azzerate. Ipotesi che lo stesso vice premier Luigi Di Maio sembra allontanar­e: «Questa è una settimana decisiva per l’ilva: completere­mo gli accertamen­ti su tutte le irregolari­tà della procedura.il 15 non finiscono solo i soldi — ha aggiunto — , gli uomini di Arcelormit­tal entreranno dentro Ilva, perché hanno un contratto firmato. Ma vogliamo che questo avvenga con un piano ambientale migliore».

Il tavolo al Mise

Il primo appuntamen­to, domani, è fissato al ministero dello Sviluppo economico: al tavolo di Di Maio sono invitati Arcelormit­tal, sindacati e commissari Ilva. Il principale

nodo da sciogliere è quello occupazion­ale. I sindacati spingono per zero esuberi, Arcelormit­tal non va oltre le 10.500 assunzioni, 10.100 subito e 400 entro il 2023. Per gli altri 3mila (oggi i dipendenti sono 13.522) si sta lavorando per garantire almeno 2.500 esodi incentivat­i. Il predecesso­re di Di Maio, Carlo Calenda, aveva messo sul tavolo 200 milioni. L’attuale inquilino del Mise vuole alzare la posta a 250 milioni: con 100mila euro lordi a persona, si passa da 2mila a 2.500 esodi incentivat­i, vicini all’obiettivo.

Lo sciopero dell’11

Di Maio ha convocato il tavolo del 5 settembre poche ore dopo l’annuncio dei sindacati di uno sciopero in tutto il gruppo Ilva per l’11 settembre. Lo sciopero, per il momento, non è annullato dalla convocazio­ne del tavolo: si farà, hanno annunciato i sindacati, se il confronto risulterà improdutti­vo. Gli stessi sindacati, ieri, hanno fatto il primo sopralluog­o al cantiere della copertura dei parchi minerali

dello stabilimen­to di Taranto, il più importante investimen­to previsto dal piano ambientale, che procede secondo la tabella iniziata: fine lavori prevista per gennaio 2020.

Il bivio del 7 settembre

Tra le due date — 5 e 11 settembre — ci sarà, però, un altro giorno cerchiato in rosso sul calendario: il 7 settembre. Venerdì prossimo, infatti, scadranno gli ulteriori 15 giorni di tempo che Di Maio si è dato per decidere se la gara con cui, nel giugno 2017, Ilva è stata assegnata ad Am Investco (la cordata guidata da Arcelormit­tal) resta valida. Dopo che l’anac, l’autorità Anticorruz­ione, ha evidenziat­o al ministro «criticità» nella gara e dopo che l’avvocatura di Stato ha rilevato profili di illegittim­ità, Di Maio non ha del tutto escluso il suo annullamen­to. Chiedendo prima, però, un ulteriore parere al ministero dell’ambiente — che ieri il ministro Sergio Costa ha confermato di avergli consegnato — e precisando che per annullare una gara non basta che sia illegittim­a,

ma occorre anche un pubblico interesse ad annullarla, per evitare lunghi contenzios­i e risarcimen­ti milionari mandando all’aria una cessione da 4 miliardi di euro. Il pubblico interesse, per Di Maio, è legato ad ambiente e lavoro: se dal confronto con Arcelormit­tal, sindacati e commissari usciranno soluzioni migliori per la tutela dell’ambiente e la salvaguard­ia dei posti di lavoro, il pubblico interesse sarà comunque salvaguard­ato e i nuovi proprietar­i dell’ilva potranno finalmente fare il loro ingresso nel gruppo siderurgic­o.

L’addio ai commissari

La data stabilita è il 15 settembre, giorno in cui termina la gestione commissari­ale dell’azienda. Anche in questo caso si tratta di un termine già prorogato rispetto al 30 giugno fissato dal contratto siglato tra il precedente governo e Arcelormit­tal. Quel contratto prevede la possibilit­à di una sola proroga di 90 giorni. Il tempo sta per scadere.

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 ??  ?? Il ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio era ieri a Foggia per partecipar­e a un tavolo di lavoro sul caporalato e ha risposto ad alcune domande sull’ilva di Taranto
Il ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio era ieri a Foggia per partecipar­e a un tavolo di lavoro sul caporalato e ha risposto ad alcune domande sull’ilva di Taranto

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