Corriere della Sera

«Il sogno di mio figlio: iscriversi a medicina»

- Beatrice Pastore

Dopo un anno riscrivo perché ieri di nuovo mio figlio, come altri 60.000, ha tentato il test di medicina per provare a porre una pietra del suo futuro. Lo fa dopo un anno trascorso a studiare e a sostenere tutti gli esami di biotecnolo­gie, corso di laurea che accoglie tanti esclusi da medicina e lo fa dopo aver passato il test per ingegneria, cui si è iscritto perché non poteva aspettare l’esito di questo di test. Ci è costato e tanto questo anno. Posso però dire che mio figlio ieri aveva occhi diversi. Ecco, vorrei dire a tanti lettori che ripetono la solita cantilena di come i ragazzi di oggi siano viziati e di come loro si sono rimboccati le maniche, di guardarsi intorno con meno pregiudizi­o. Continuiam­o a togliere la speranza e la forza ai nostri giovani con questi inutili test che non selezionan­o a nulla, con il lavoro che non c’è, con la politica che blatera e non pone tra le sue priorità investimen­ti su scuola, università, ricerca e lavoro. Oggi è dura, durissima e io, da adulta, non voglio sottrarmi alle mie responsabi­lità e non voglio rassegnarm­i. Se vorranno, manderò i miei figli in Olanda dove ho la famiglia, crescerann­o lontani da questo Paese che non ha più cuore. Ognuno fa per sé con quello che ha: è una guerra. Spero che ieri la pietra che mio figlio ha messo sarà quella delle fondamenta di un futuro che lo vedrà forte e generoso.

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