Vaccini, ritorna l’obbligo
Vertice sulla manovra. Conte: avvieremo le riforme e non sfideremo la Ue
Vaccini, dietrofront della maggioranza. I bambini non immunizzati fuori da scuole e asili. In mezza Italia i Nas negli istituti per le autocertificazioni. E mentre Conte corregge il decreto anticorruzione, la manovra parla di crescita e stabilità.
Il monito del presidente della Repubblica arriva poche ore dopo l’inversione di marcia del governo sui vaccini. «Nei confronti della scienza non possiamo esprimere indifferenza, o diffidenza verso le sue affermazioni e i suoi risultati» scandisce Sergio Mattarella nel tardo pomeriggio di ieri, mentre il mondo politico registra e commenta l’ultima svolta del M5S nella direzione della responsabilità.
Niente più colpo di spugna sull’obbligo per i bambini da zero a sei anni, chi non è vaccinato non potrà entrare al nido o alla materna. Dopo settimane di caos e alla vigilia dell’inizio delle scuole, tutto dovrebbe tornare nei limiti stabiliti dal decreto Lorenzin. Dovrebbe, perché tra Lega e M5S, e tra le varie anime grilline, ci sono forti tensioni.
Sull’onda lunga di critiche e polemiche furibonde e grazie alla spinta dei presidi, delle Regioni, dei sindaci, delle mamme dei piccoli immunodepressi che hanno lanciato la campagna Iovaccino (300 mila firme raccolte) e degli esperti ascoltati in audizione dalla commissione Affari costituzionali di Montecitorio, la ministra della Salute Giulia Grillo ha maturato la svolta: affrontare il delicatissimo tema delle politiche di prevenzione con una legge ad hoc e con l’anagrafe vaccinale e non più con il Milleproroghe.
La maggioranza è dunque al lavoro per concertare un emendamento che abroghi, dal decreto approvato ad agosto, il comma che rende non più obbligatori i vaccini per i bambini di asili e materne. Se i relatori pentastellati del Milleproroghe, Vittoria Baldino e Giuseppe Bompane, daranno il via libera, l’emendamento con cui la maggioranza gialloverde eliminava il divieto di iscrizione per i bambini non vaccinati sarà abolito con un voto della Camera. Quando? Dopo l’11 settembre, giorno in cui l’aula affronterà il provvedimento.
Positivi i commenti del mondo scientifico e scolastico. I presidi accolgono con soddisfazione e sollievo la «grande vittoria di civiltà». L’immunologo Roberto Burioni, che ha subìto attacchi per la determinazione con cui difende il divieto di entrare in classe per i bimbi non vaccinati, si dice «felice che la ragione abbia prevalso». E la ex responsabile della Salute, Beatrice Lorenzin, ringrazia tutti coloro che si sono battuti per «la vittoria della scienza su ignoranza e pregiudizio».
Lo scontro politico è destinato a continuare. Per i partiti che si oppongono alla maggioranza di governo è un clamoroso ribaltone, che sconfessa la storica contrarietà dei 5 Stelle all’obbligatorietà dei vaccini. Il Pd esulta. Il capogruppo Graziano Delrio festeggia «la vittoria della scienza e della ragione» e il segretario Maurizio Martina afferma che «è stato battuto l’oscurantismo». Giorgio Mulé, portavoce di Forza Italia, plaude al «sussulto di ragione» del governo.
In tutta Italia intanto, in istituti selezionati a campione, i carabinieri dei Nas stanno controllando la documentazione delle famiglie. «Le autocertificazioni false sono perseguibili per legge — ricorda il sindaco di Bologna, Virginio Merola —. Chi non è vaccinato non entra in classe».