A chi spettano i lavori di ricostruzione? I vincoli di legge, lo spettro del ricorso
Per derogare al contratto serve una norma straordinaria. Con il via libera dell’ue
Leggi speciali, affidamenti diretti, revoche, impugnazioni. Sulla ricostruzione del ponte Morandi e sul futuro ruolo del concessionario Autostrade se ne sono sentite tante. Nel vertice di domani a Genova i soggetti coinvolti, riuniti dal governatore ligure e commissario per l’emergenza Giovanni Toti, potrebbero discutere dell’ipotesi, da lui caldeggiata (e sostenuta dalla Lega), di un’«associazione temporanea d’imprese» che comprenda Autostrade, unico soggetto a farsi carico dell’intero onere economico dei lavori. È una via percorribile? A quali condizioni?
L’obbligo di Autostrade
L’articolo 3 comma uno della convenzione che regola il rapporto tra lo Stato e la società Autostrade prevede l’«obbligo» di quest’ultima di «rimettere in efficienza» l’infrastruttura che non sia più «funzionale» con spese interamente a proprio carico. Autostrade, in base al nuovo Codice degli appalti, così come modificato dall’ultima legge di Stabilità, ha la possibilità di realizzare in proprio (s’intende anche con società controllate) il 40% dell’importo dei lavori. Il restante 60% deve metterlo a gara. Quando si parla dell’importo dei lavori non s’intende quelli relativi al ponte (che potrebbe aggirarsi sui 200/300 milioni di euro), ma quello riguardante l’intera annualità. Dunque si tratta di capire se Autostrade ha già esaurito la quota del 40% dei lavori che può fare in proprio nel 2018. In questo caso dovrebbe indire una gara per affidare i lavori a terzi.
In assenza di dati ufficiali in merito, possiamo ipotizzare che, poiché Autostrade aveva in programma di avviare i lavori della Gronda nel 2018 (valore: 4 miliardi), abbia lasciato ampiamente inutilizzata la quota dei lavori realizzabili in proprio. Dunque al momento avrebbe capienza per costruire il ponte senza terzi.
La legge speciale
Fin qui le norme ordinarie. Ma in situazioni di emergenza, come questa, è possibile derogarvi? Ne è certo il governatore Toti che indica anche il «veicolo» normativo da utilizzare: il Milleproproghe, la legge di Stabilità o un decreto legge. «Qualsiasi deroga alle norme ordinarie — osserva il giurista Stefano Zunarelli, professore ordinario all’università di Bologna — che apra la strada a un affidamento diretto a un soggetto specifico diverso da Autostrade o un’associazione temporanea di imprese che coinvolga altre società, necessita di una norma di legge specifica. Aggiungo che, per non incorrere in prevedibili ricorsi, tale norma dovrebbe essere preventivamente sottoposta al giudizio della Commissione europea». Insomma una scelta possibile ma dall’esito incerto.
La concessione
Intanto il governo ha avviato l’iter di «caducazione» della concessione. Ma in che misura il suo venir meno potrebbe influire sulla titolarità dei lavori? L’obbligo di Autostrade di gestire la ricostruzione del ponte, di cui abbiamo detto all’inizio, è sottoposto a una condizione: il mantenimento in vita della concessione. Dunque il suo venir meno comporterebbe la fine di qualsiasi ruolo di Autostrade nella ricostruzione. Ma l’iter della caducazione è lungo e necessita che emerga con chiarezza la grave inadempienza di Autostrade. Se questa fosse provata, secondo il giurista Guido Alpa, in base al Codice degli appalti, l’inadempimento del gestore implicherebbe «la risoluzione del contratto e il risarcimento del danno». Dunque nessun indennizzo a favore di Autostrade per la parte di concessione non goduta. Come invece sembrerebbe d’obbligo se la procedura avviata fosse stata quella di revoca o di decadenza. Anche se, aggiunge ancora Zunarelli, «potrebbero prospettarsi argomenti tesi a contrastare la validità della clausola che quantifica l’importo dovuto ad Autostrade». Di qui la probabilità di un lungo contenzioso dall’esito, ancora una volta, incerto.
L’accordo
Fin qui le carte bollate. Evitabili se sulla ricostruzione si troverà un accordo. La proposta di Toti è un affidamento diretto a un’associazione temporanea di imprese: Autostrade, Fincantieri, lo studio Piano, altre aziende. Costi a carico di Benetton. A questo punto la parola passa alla politica.