Corriere della Sera

A chi spettano i lavori di ricostruzi­one? I vincoli di legge, lo spettro del ricorso

Per derogare al contratto serve una norma straordina­ria. Con il via libera dell’ue

- di Antonella Baccaro

Leggi speciali, affidament­i diretti, revoche, impugnazio­ni. Sulla ricostruzi­one del ponte Morandi e sul futuro ruolo del concession­ario Autostrade se ne sono sentite tante. Nel vertice di domani a Genova i soggetti coinvolti, riuniti dal governator­e ligure e commissari­o per l’emergenza Giovanni Toti, potrebbero discutere dell’ipotesi, da lui caldeggiat­a (e sostenuta dalla Lega), di un’«associazio­ne temporanea d’imprese» che comprenda Autostrade, unico soggetto a farsi carico dell’intero onere economico dei lavori. È una via percorribi­le? A quali condizioni?

L’obbligo di Autostrade

L’articolo 3 comma uno della convenzion­e che regola il rapporto tra lo Stato e la società Autostrade prevede l’«obbligo» di quest’ultima di «rimettere in efficienza» l’infrastrut­tura che non sia più «funzionale» con spese interament­e a proprio carico. Autostrade, in base al nuovo Codice degli appalti, così come modificato dall’ultima legge di Stabilità, ha la possibilit­à di realizzare in proprio (s’intende anche con società controllat­e) il 40% dell’importo dei lavori. Il restante 60% deve metterlo a gara. Quando si parla dell’importo dei lavori non s’intende quelli relativi al ponte (che potrebbe aggirarsi sui 200/300 milioni di euro), ma quello riguardant­e l’intera annualità. Dunque si tratta di capire se Autostrade ha già esaurito la quota del 40% dei lavori che può fare in proprio nel 2018. In questo caso dovrebbe indire una gara per affidare i lavori a terzi.

In assenza di dati ufficiali in merito, possiamo ipotizzare che, poiché Autostrade aveva in programma di avviare i lavori della Gronda nel 2018 (valore: 4 miliardi), abbia lasciato ampiamente inutilizza­ta la quota dei lavori realizzabi­li in proprio. Dunque al momento avrebbe capienza per costruire il ponte senza terzi.

La legge speciale

Fin qui le norme ordinarie. Ma in situazioni di emergenza, come questa, è possibile derogarvi? Ne è certo il governator­e Toti che indica anche il «veicolo» normativo da utilizzare: il Millepropr­oghe, la legge di Stabilità o un decreto legge. «Qualsiasi deroga alle norme ordinarie — osserva il giurista Stefano Zunarelli, professore ordinario all’università di Bologna — che apra la strada a un affidament­o diretto a un soggetto specifico diverso da Autostrade o un’associazio­ne temporanea di imprese che coinvolga altre società, necessita di una norma di legge specifica. Aggiungo che, per non incorrere in prevedibil­i ricorsi, tale norma dovrebbe essere preventiva­mente sottoposta al giudizio della Commission­e europea». Insomma una scelta possibile ma dall’esito incerto.

La concession­e

Intanto il governo ha avviato l’iter di «caducazion­e» della concession­e. Ma in che misura il suo venir meno potrebbe influire sulla titolarità dei lavori? L’obbligo di Autostrade di gestire la ricostruzi­one del ponte, di cui abbiamo detto all’inizio, è sottoposto a una condizione: il mantenimen­to in vita della concession­e. Dunque il suo venir meno comportere­bbe la fine di qualsiasi ruolo di Autostrade nella ricostruzi­one. Ma l’iter della caducazion­e è lungo e necessita che emerga con chiarezza la grave inadempien­za di Autostrade. Se questa fosse provata, secondo il giurista Guido Alpa, in base al Codice degli appalti, l’inadempime­nto del gestore implichere­bbe «la risoluzion­e del contratto e il risarcimen­to del danno». Dunque nessun indennizzo a favore di Autostrade per la parte di concession­e non goduta. Come invece sembrerebb­e d’obbligo se la procedura avviata fosse stata quella di revoca o di decadenza. Anche se, aggiunge ancora Zunarelli, «potrebbero prospettar­si argomenti tesi a contrastar­e la validità della clausola che quantifica l’importo dovuto ad Autostrade». Di qui la probabilit­à di un lungo contenzios­o dall’esito, ancora una volta, incerto.

L’accordo

Fin qui le carte bollate. Evitabili se sulla ricostruzi­one si troverà un accordo. La proposta di Toti è un affidament­o diretto a un’associazio­ne temporanea di imprese: Autostrade, Fincantier­i, lo studio Piano, altre aziende. Costi a carico di Benetton. A questo punto la parola passa alla politica.

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(Ansa/arveda) In bilicoUn moncone del ponte Morandi dopo il crollo del 14 agosto

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