Corriere della Sera

LA BATTAGLIA DECISIVA DI UN MACRON IN GRANDE DIFFICOLTÀ

- di Stefano Montefiori

Oggi il presidente francese Emmanuel Macron sarà in Lussemburg­o per un pranzo con i tre premier del Benelux seguito da una «consultazi­one con i cittadini» alla Filarmonic­a, domani a Marsiglia accoglierà la cancellier­a Merkel, la scorsa settimana è andato in visita ufficiale in Danimarca e Finlandia e in totale è già stato in 14 dei 28 Paesi dell’unione. Un super-attivismo che si spiega facilmente, le elezioni europee della prossima primavera sono cruciali per l’europa e anche per la carriera politica dell’unico capo di Stato che si è impegnato a fondo per rilanciare l’integrazio­ne del continente. Ma il sondaggio Ifop diffuso ieri è preoccupan­te per lui: a otto mesi dal voto la République En Marche (Lrem), il suo partito, è in calo di due punti e si ferma al 20% dei suffragi, davanti al Rassemblem­ent national (ex Fn) al 17%, alla destra dei Républicai­ns stabile al 15% e al 14% della France Insoumise, protagonis­ta di un balzo in avanti di tre punti. Alleati di fatto «contro l’europa dei tecnocrati di Bruxelles», Marine Le Pen e Jean-luc Mélenchon vogliono trasformar­e le prossime elezioni europee in un referendum pro o contro Macron. Lui accetta la sfida, così come ha fatto indossando con piacere l’abito di «principale avversario» di Salvini e Orbán. Macron spera di ripetere in Europa l’exploit che gli ha fatto conquistar­e il potere in Francia, rompendo gli schieramen­ti tradiziona­li destra/sinistra e proponendo una nuova divisione tra progressis­ti e nazionalis­ti. Ma l’allineamen­to dei pianeti, che fino a qualche mese fa tendeva di solito a favorirlo, in questa fase sembra giocare per gli avversari. Il presidente francese patisce in patria lo scandalo Benalla, le dimissioni di due ministri e un netto calo di popolarità; in Europa soffre per la mancanza di alleati di Lrem, mentre a Strasburgo il Ppe — dove convivono i cristiano-democratic­i di Merkel e i populisti di Orbán — non accenna a rompersi come logica e serietà vorrebbero. La battaglia decisiva è cominciata e Macron, come del resto all’inizio della corsa all’eliseo, sembra in difficoltà.

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