LA BATTAGLIA DECISIVA DI UN MACRON IN GRANDE DIFFICOLTÀ
Oggi il presidente francese Emmanuel Macron sarà in Lussemburgo per un pranzo con i tre premier del Benelux seguito da una «consultazione con i cittadini» alla Filarmonica, domani a Marsiglia accoglierà la cancelliera Merkel, la scorsa settimana è andato in visita ufficiale in Danimarca e Finlandia e in totale è già stato in 14 dei 28 Paesi dell’unione. Un super-attivismo che si spiega facilmente, le elezioni europee della prossima primavera sono cruciali per l’europa e anche per la carriera politica dell’unico capo di Stato che si è impegnato a fondo per rilanciare l’integrazione del continente. Ma il sondaggio Ifop diffuso ieri è preoccupante per lui: a otto mesi dal voto la République En Marche (Lrem), il suo partito, è in calo di due punti e si ferma al 20% dei suffragi, davanti al Rassemblement national (ex Fn) al 17%, alla destra dei Républicains stabile al 15% e al 14% della France Insoumise, protagonista di un balzo in avanti di tre punti. Alleati di fatto «contro l’europa dei tecnocrati di Bruxelles», Marine Le Pen e Jean-luc Mélenchon vogliono trasformare le prossime elezioni europee in un referendum pro o contro Macron. Lui accetta la sfida, così come ha fatto indossando con piacere l’abito di «principale avversario» di Salvini e Orbán. Macron spera di ripetere in Europa l’exploit che gli ha fatto conquistare il potere in Francia, rompendo gli schieramenti tradizionali destra/sinistra e proponendo una nuova divisione tra progressisti e nazionalisti. Ma l’allineamento dei pianeti, che fino a qualche mese fa tendeva di solito a favorirlo, in questa fase sembra giocare per gli avversari. Il presidente francese patisce in patria lo scandalo Benalla, le dimissioni di due ministri e un netto calo di popolarità; in Europa soffre per la mancanza di alleati di Lrem, mentre a Strasburgo il Ppe — dove convivono i cristiano-democratici di Merkel e i populisti di Orbán — non accenna a rompersi come logica e serietà vorrebbero. La battaglia decisiva è cominciata e Macron, come del resto all’inizio della corsa all’eliseo, sembra in difficoltà.