Corriere della Sera

Chi sosterrebb­e il costo di uno choc

- di Danilo Taino Statistics Editor @danilotain­o

L’Italia, presa nel suo insieme, è un Paese ricco (anche se spesso sembra il contrario). Alla fine del 2013, la ricchezza netta complessiv­a delle famiglie era stimata in novemila miliardi di euro, 5,5 volte il Prodotto interno lordo. Si tratta di 350 mila euro per famiglia, 150 mila euro pro capite. Maggiore che nella media dell’area euro, che in Francia, che in Germania: ciò vale per il 10% più ricco della popolazion­e ma anche per l’80% che viene dopo. Di questo patrimonio detenuto dalle famiglie, una quota pari al 247% del Pil sono asset finanziari lordi (il 196% netti). Uno studio realizzato da Daniel Gracia-macia per il Fondo monetario internazio­nale ha provato a calcolare l’effetto di due choc finanziari su questa ricchezza. In uno scenario ha ipotizzato una caduta dei prezzi dei titoli di Stato (che si muovono inversamen­te rispetto ai tassi d’interesse) del 10%. In un secondo scenario ha immaginato la necessità di ristruttur­are una o più banche che rappresent­ano il 10% del totale delle passività del sistema finanziari­o (con azzerament­o degli azionisti e un tasso di conversion­e dei bond del 50%). Nel primo caso, quello di uno choc sui titoli pubblici, ogni famiglia perderebbe 27.844 euro, il 3,8% di tutto lo stock finanziari­o: il 20% delle più povere non perderebbe però direttamen­te nulla, perché non esposto a questi titoli; ogni famiglia che fa parte del 10% più ricco perderebbe invece 8.183 euro, cioè il 5,6% del suo patrimonio finanziari­o. Le più colpite sarebbero insomma le famiglie più ricche. Nel secondo scenario, quello di una crisi bancaria, le soluzioni sono teoricamen­te due: un bail-in, nel quale lo Stato non interviene e il peso della ristruttur­azione è sui privati, oppure un bail-out, dove lo Stato si fa carico del salvataggi­o. In entrambi i casi, il 20% più povero non subisce perdite dirette. Con il bail-in, il 10% delle famiglie più ricche perde 2.113 euro, l’1,4% della sua ricchezza finanziari­a. Con il bail-out, perderebbe solo 511 euro, lo 0,3% del suo patrimonio finanziari­o: i costi della ristruttur­azione sarebbero però presi in carico dallo Stato, dalla fiscalità generale e dunque da tutti coloro che pagano le tasse; in più, si trasferire­bbe ricchezza agli investitor­i esteri, che non pagherebbe­ro nulla direttamen­te o attraverso il fisco.

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