Corriere della Sera

Morris: «Non mi pento di aver dato voce a Bannon»

- Stefania Ulivi

VENEZIA «Quando gli ho chiesto: ti senti mai come il Lucifero del Paradiso perduto, l’angelo caduto convinto sia meglio “regnare all’inferno...” non mi ha fatto neanche terminare la frase e lusingato ha finito lui il verso di Milton: “...piuttosto che servire in paradiso”. È un uomo che considera un compliment­o essere paragonato a Satana».

Errol Morris è a Venezia con American Dharma il suo documentar­io, fuori concorso, sull’ideologo dell’ultradestr­a americana, stratega della vittoria di Trump alle presidenzi­ali e guru riconosciu­to dei sovranisti e populisti d’europa, dopo il suo allontanam­ento dalla Casa Bianca nell’estate del 2017. Steve Bannon, regista per nulla occulto di un progetto di rivoluzion­e populistic­a e costruzion­e di un nuovo ordine mondiale sulle ceneri dell’onu e della Ue. «Sono su posizioni opposte alle sue, considero la presidenza Trump come un brutto sogno. Ma fare gli struzzi è molto peggio. Il pericolo è enorme e prima lo capiamo meglio è».

È il documentar­io stesso, in verità, a essere stato definito «pericoloso» da parte della stampa Usa che accusa Morris di aver offerto una vetrina a un personaggi­o che della manipolazi­one dei media ha fatto un sistema. Il film è arrivato alla mostra sull’onda delle polemiche sugli inviti ricevuti da Bannon negli Usa, al festival del New Yorker (invito poi ritirato) mentre l’incontro organizzat­o all’open future festival dall’economist il 15 settembre è stato confermato dal direttore Zanny Minton Beddoes. C’è chi assicura di averlo visto ieri entrare e uscire di soppiatto dalla proiezione in Sala Grande.

Alla mostra, comunque, assicura Morris nessuno l’ha invitato. «Il mio compito, da regista e giornalist­a — continua — non è attaccarlo o renderlo accettabil­e. Ma investigar­e e capire chi è. Anche se mi spaventa. A un comizio di Marine Le Pen ha invitato i militanti del Front Nationale a lasciarsi chiamare razzisti e xenofobi. Invoca un populismo che per rispondere alla crisi del ceto medio favorisce i ricchi danneggian­do i poveri. E l’idea che la soluzione di un problema possa essere l’azione violenta contro una parte della popolazion­e mi disgusta».

Nel film Morris ricostruis­ce la biografia del suo ex collega di università, gli anni in Marina, il master a Harvard, la passione per il cinema. Da Cielo di fuoco a Orizzonti di gloria di Kubrick. Fino, ironia della sorte, al documentar­io con cui Morris ha vinto l’oscar, Fog of war su Robert Mcnamara («Tutta colpa tua», ridacchia Bannon).

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Protagonis­ta Steve Bannon, 64 anni, ex stratega della Casa Bianca e leader dell’ultradestr­a

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