La rivoluzione dei gol
Gli allenatori all’uefa: «Cambiate la regola delle reti in trasferta» Basta con il peso doppio
Gli inglesi avevano scoperto la crudeltà della regola dei gol che in trasferta valgono doppio negli ottavi di finale di Champions League, stagione 2014-15: doppio confronto con le francesi, doppia eliminazione. Paris St. Germain-chelsea, 1-1 all’andata al Parco dei Principi, 2-2 dopo i supplementari al ritorno a Stamford Bridge, Blues (e Mourinho) a casa. Arsenal-monaco, clamoroso 1-3 a Londra, quasi rimonta e 0-2 al ritorno, Gunners eliminati.
Una doppia esclusione a parità di gol non si verificava da 19 anni (nel 1996 a beneficiare della regola furono Juventus e Villarreal contro Werder Brema e Rangers Glasgow) e soprattutto mai aveva colpito contemporaneamente due squadre dello stesso Paese. Così, la notte dell’eliminazione, l’allenatore dell’arsenal Arsene Wenger (peraltro francese) partì in un’intemerata contro la formula che premia i gol fuori casa: «Bisognerebbe mettere in discussione questa regola perché ormai è antiquata, è una battaglia che combatto da tanto tempo. È una regola creata negli anni Sessanta, per incentivare le squadre ad attaccare in trasferta, ma da allora il calcio è cambiato e il peso dei gol in trasferta oggi vale troppo». Il paradosso è che, più che spingere ad attaccare chi gioca fuori , la regola invita chi sta in casa a non scoprirsi.
C’era anche Wenger, lunedì a Nyon, nella task force di allenatori chiamata a dare suggerimenti all’uefa su come migliorare il gioco. C’era José Mourinho, quello eliminato dal Psg. C’erano anche Carlo Ancelotti e Sergio Conceiçao, nel 2003 allenatore del Milan e giocatore dell’inter nella semifinale dove la regola del gol in trasferta trovò la sua applicazione più assurda: 0-0 all’andata in casa del Milan, 1-1 al ricosì
Wenger Questa regola è antiquata, il calcio è cambiato e il peso dei gol in trasferta vale troppo
torno in casa dell’inter. Con un particolare: San Siro, la casa dell’uno, è anche la casa dell’altra. E assieme a loro c’erano altri otto allenatori top in Europa, da Allegri a Lopetegui, da Simeone a Tuchel. E di comune accordo hanno avanzato la richiesta: che ne direste di modificare questa regola?
Come insegnavano i nonni, domandare è lecito, rispondere è cortesia. E l’uefa, come prevedibile, ha preso tempo: «Gli allenatori non hanno chiesto di sopprimere questa regola, ma di esaminarla da vicino e verificare se è sempre pertinente» ha precisato piccato l’ufficio stampa dell’uefa. Poi però il vicesegretario generale Giorgio Marchetti ha ammesso pubblicamente: «Gli allenatori credono che segnare gol in trasferta non sia difficile come in passato. Pensano che la regola andrebbe rivista ed è ciò che faremo». E non solo: «Il calcio è cambiato e il peso delle reti segnate fuori casa non è lo stesso di molti anni fa quando è stata introdotta la regola, ritenuta ormai persino controproducente perché, oltre a incoraggiare le squadre in trasferta ad attaccare, ha spinto le formazioni di casa a difendersi per evitare di concedere un gol che potrebbe rivelarsi fatale».
È la prima spallata a una regola antica, quella che vuole
Il vicesegretario Uefa Marchetti: «I tecnici pensano che la norma andrebbe rivista ed è ciò che faremo»
(impropriamente) i gol in trasferta valere «doppio». In realtà all’interno dell’uefa esistono due correnti di pensiero: la prima, quella che si accontenterebbe di togliere il peso maggiore dei gol fuori casa solo nei supplementari (perché in effetti mettono la squadra ospite nella piacevole situazione di avere mezz’ora in più rispetto agli avversari per segnare una rete pesante), lasciando però invariata la regola fino al termine dei tempi regolamentari; la seconda, quella che invece vorrebbe abolirla del tut- to, passando il principio «casa o fuori per noi pari sono». Piccolo particolare (da non sottovalutare): aumenterebbe il numero delle partite che finiscono ai supplementari.
Comunque vada, dovesse cadere la regola, un primo risultato sarebbe subito raggiunto: non sarà più necessario spiegare (senza speranze di successo...) a chi non segue il pallone perché, se due squadre segnano lo stesso numero di gol, una vince e l’altra perde.