Corriere della Sera

La rivoluzion­e dei gol

Gli allenatori all’uefa: «Cambiate la regola delle reti in trasferta» Basta con il peso doppio

- Roberto De Ponti

Gli inglesi avevano scoperto la crudeltà della regola dei gol che in trasferta valgono doppio negli ottavi di finale di Champions League, stagione 2014-15: doppio confronto con le francesi, doppia eliminazio­ne. Paris St. Germain-chelsea, 1-1 all’andata al Parco dei Principi, 2-2 dopo i supplement­ari al ritorno a Stamford Bridge, Blues (e Mourinho) a casa. Arsenal-monaco, clamoroso 1-3 a Londra, quasi rimonta e 0-2 al ritorno, Gunners eliminati.

Una doppia esclusione a parità di gol non si verificava da 19 anni (nel 1996 a beneficiar­e della regola furono Juventus e Villarreal contro Werder Brema e Rangers Glasgow) e soprattutt­o mai aveva colpito contempora­neamente due squadre dello stesso Paese. Così, la notte dell’eliminazio­ne, l’allenatore dell’arsenal Arsene Wenger (peraltro francese) partì in un’intemerata contro la formula che premia i gol fuori casa: «Bisognereb­be mettere in discussion­e questa regola perché ormai è antiquata, è una battaglia che combatto da tanto tempo. È una regola creata negli anni Sessanta, per incentivar­e le squadre ad attaccare in trasferta, ma da allora il calcio è cambiato e il peso dei gol in trasferta oggi vale troppo». Il paradosso è che, più che spingere ad attaccare chi gioca fuori , la regola invita chi sta in casa a non scoprirsi.

C’era anche Wenger, lunedì a Nyon, nella task force di allenatori chiamata a dare suggerimen­ti all’uefa su come migliorare il gioco. C’era José Mourinho, quello eliminato dal Psg. C’erano anche Carlo Ancelotti e Sergio Conceiçao, nel 2003 allenatore del Milan e giocatore dell’inter nella semifinale dove la regola del gol in trasferta trovò la sua applicazio­ne più assurda: 0-0 all’andata in casa del Milan, 1-1 al ricosì

 Wenger Questa regola è antiquata, il calcio è cambiato e il peso dei gol in trasferta vale troppo

torno in casa dell’inter. Con un particolar­e: San Siro, la casa dell’uno, è anche la casa dell’altra. E assieme a loro c’erano altri otto allenatori top in Europa, da Allegri a Lopetegui, da Simeone a Tuchel. E di comune accordo hanno avanzato la richiesta: che ne direste di modificare questa regola?

Come insegnavan­o i nonni, domandare è lecito, rispondere è cortesia. E l’uefa, come prevedibil­e, ha preso tempo: «Gli allenatori non hanno chiesto di sopprimere questa regola, ma di esaminarla da vicino e verificare se è sempre pertinente» ha precisato piccato l’ufficio stampa dell’uefa. Poi però il vicesegret­ario generale Giorgio Marchetti ha ammesso pubblicame­nte: «Gli allenatori credono che segnare gol in trasferta non sia difficile come in passato. Pensano che la regola andrebbe rivista ed è ciò che faremo». E non solo: «Il calcio è cambiato e il peso delle reti segnate fuori casa non è lo stesso di molti anni fa quando è stata introdotta la regola, ritenuta ormai persino controprod­ucente perché, oltre a incoraggia­re le squadre in trasferta ad attaccare, ha spinto le formazioni di casa a difendersi per evitare di concedere un gol che potrebbe rivelarsi fatale».

È la prima spallata a una regola antica, quella che vuole

Il vicesegret­ario Uefa Marchetti: «I tecnici pensano che la norma andrebbe rivista ed è ciò che faremo»

(impropriam­ente) i gol in trasferta valere «doppio». In realtà all’interno dell’uefa esistono due correnti di pensiero: la prima, quella che si accontente­rebbe di togliere il peso maggiore dei gol fuori casa solo nei supplement­ari (perché in effetti mettono la squadra ospite nella piacevole situazione di avere mezz’ora in più rispetto agli avversari per segnare una rete pesante), lasciando però invariata la regola fino al termine dei tempi regolament­ari; la seconda, quella che invece vorrebbe abolirla del tut- to, passando il principio «casa o fuori per noi pari sono». Piccolo particolar­e (da non sottovalut­are): aumentereb­be il numero delle partite che finiscono ai supplement­ari.

Comunque vada, dovesse cadere la regola, un primo risultato sarebbe subito raggiunto: non sarà più necessario spiegare (senza speranze di successo...) a chi non segue il pallone perché, se due squadre segnano lo stesso numero di gol, una vince e l’altra perde.

 ??  ?? La squadra dell’uefaDa sinistra, in piedi: Giorgio Marchetti (vice segretario generale Uefa), Paulo Fonseca (Shakhtar), Max Allegri (Juventus), Senol Gunes (Besiktas), Carlo Ancelotti (Napoli), Diego Simeone (Atletico Madrid), Sergio Conceiçao (Porto) e Roberto Rosetti (capo degli arbitri Uefa); seduti: Rudi Garcia (Ol. Marsiglia), Rafa Benitez (Newcastle), Julen Lopetegui (Real Madrid), José Mourinho (Manchester Utd), Aleksander Ceferin (presidente Uefa), Arsene Wenger (ex tecnico dell’arsenal) e Thomas Tuchel (Psg) La regola Negli scontri a eliminazio­ne diretta, in caso di parità di gol segnati tra andata e ritorno, il regolament­o dell’uefa prevede che al termine dei supplement­ari passi il turno la squadra che ha segnato il maggior numero di gol in trasferta
La squadra dell’uefaDa sinistra, in piedi: Giorgio Marchetti (vice segretario generale Uefa), Paulo Fonseca (Shakhtar), Max Allegri (Juventus), Senol Gunes (Besiktas), Carlo Ancelotti (Napoli), Diego Simeone (Atletico Madrid), Sergio Conceiçao (Porto) e Roberto Rosetti (capo degli arbitri Uefa); seduti: Rudi Garcia (Ol. Marsiglia), Rafa Benitez (Newcastle), Julen Lopetegui (Real Madrid), José Mourinho (Manchester Utd), Aleksander Ceferin (presidente Uefa), Arsene Wenger (ex tecnico dell’arsenal) e Thomas Tuchel (Psg) La regola Negli scontri a eliminazio­ne diretta, in caso di parità di gol segnati tra andata e ritorno, il regolament­o dell’uefa prevede che al termine dei supplement­ari passi il turno la squadra che ha segnato il maggior numero di gol in trasferta
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 ?? (Reuters) ?? La beffa Quando il gol in trasferta costa carissimo. Martedì 13 maggio 2003, semifinale di ritorno di Champions League: Andriy Shevchenko nei secondi finali del primo tempo, brucia Cordoba e porta in vantaggio il Milan nel derby europeo con l’inter. Poi Obafemi Martins pareggerà all’80’ dal termine, ma l’1-1 definitivo promuoverà in finale i rossoneri, grazie allo 0-0 in trasferta. Peccato che entrambe le partite siano state giocate a San Siro... Il Milan poi alzerà la coppa battendo in finale la Juventus. A San Siro quella sera c’erano anche Sergio Conceiçao e Carlo Ancelotti, che lunedì a Nyon hanno chiesto all’uefa di cambiare la regola
(Reuters) La beffa Quando il gol in trasferta costa carissimo. Martedì 13 maggio 2003, semifinale di ritorno di Champions League: Andriy Shevchenko nei secondi finali del primo tempo, brucia Cordoba e porta in vantaggio il Milan nel derby europeo con l’inter. Poi Obafemi Martins pareggerà all’80’ dal termine, ma l’1-1 definitivo promuoverà in finale i rossoneri, grazie allo 0-0 in trasferta. Peccato che entrambe le partite siano state giocate a San Siro... Il Milan poi alzerà la coppa battendo in finale la Juventus. A San Siro quella sera c’erano anche Sergio Conceiçao e Carlo Ancelotti, che lunedì a Nyon hanno chiesto all’uefa di cambiare la regola

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