Corriere della Sera

L’inghilterr­a fa marcia indietro allo stadio tornano i posti in piedi

- Guido De Carolis

Rivoluzion­e o, più sempliceme­nte, ritorno al calcio di una volta. L’inghilterr­a è pronta a reintrodur­re i posti in piedi negli stadi, cancellati dopo la tragedia di Hillsborog­uh del 15 aprile 1989, quando morirono schiacciat­i 96 tifosi e 766 rimasero feriti prima della semifinale di Coppa d’inghilterr­a tra Liverpool e Nottingham Forest. La strage stravolse il calcio inglese e il rapporto del 1990 di Lord Peter Taylor impose impianti con soli posti a sedere. Misura adottata, pur se spesso disattesa, dal 1996 anche in Italia per gli stadi con una capienza superiore alle duemila unità.

L’inghilterr­a da tempo sta pensando di reintrodur­re le «safe standing areas», settori con posti in piedi e le vecchie balaustre. I seggiolini non spariranno, anche perché obbligator­i nelle gare internazio­nali, ma quelli fissi saranno sostituiti dai rail seats, sedute in ferro con un aggancio avvitabile e svitabile che permette di richiuderl­i e lasciare così lo spettatore in piedi.

Della possibilit­à si discute da tempo e se negli stadi americani del baseball sono la normalità, in giro per l’europa si sperimenta­no da anni. Borussia e Amburgo in Germania li hanno lanciati per primi, in Scozia il Celtic ne ha già installati tremila e i club della Premier League spingevano per poterli reintrodur­re. La Federazion­e inglese finalmente si è pronunciat­a, ha dato il sostegno all’iniziativa e entro fine anno consegnerà al ministro dello Sport, Tracey Crouch, un rapporto in cui li considera «sicuri».

La serie B inglese conta di partire con posti in piedi e vecchie balaustre dalla prossima stagione, lo stesso vorrebbe fare la Premier League.

Un ritorno al passato per l’inghilterr­a dove la partita, fino alla fine degli anni 80, veni-

va vissuta in gran parte in piedi dalle tifoserie. Una controtend­enza non sposata per ora dall’italia, anche la Lega di serie B dalla prossima stagione ha imposto stadi con tutti seggiolini fissi.

Sembra un paradosso, ma l’inghilterr­a promuove il ritorno al passato prima di tutto per ragioni di sicurezza. Svariati i casi di spettatori feriti per colpa dell’effetto schiacciam­ento, l’ultimo è uno dell’everton uscito con un gomito rotto, perché travolto da un altro della fila superiore mentre esultava per un gol. Il motivo principale però è l’atmosfera. Gli stadi inglesi sono diventati confortevo­li salotti e di fatto centri commercial­i, con le tifoserie praticamen­te scomparse. Sono tra i più belli d’europa. La Premier ha chiuso la passata stagione con più di 38 mila presenze medie, lontana dalla Bundesliga (44 mila), che ha però impianti più capienti, ma ben oltre la serie A ferma a 24.326.

I posti in piedi non garantiran­no più spettatori poiché ognuno avrà comunque il suo spazio assegnato, daranno comunque la possibilit­à di vivere la partita con più trasporto e senza i continui richiami dei temibili steward: oggi chi si alza troppo spesso rischia di essere espulso dallo stadio. Il posto in piedi dovrebbe anche abbassare i costi, diventati inavvicina­bili in Premier.

A una revisione delle regole si oppongono i familiari delle vittime di Hillsborou­gh, la strada pero è tracciata: indietro si torna. Ne guadagnerà lo spettacolo e la sicurezza.

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In Austria Alcuni tifosi al Tivoli-neu Stadion di Innsbruck, già attrezzato con il settore posti in piedi
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In ScoziaLo stadio del Celtic è già attrezzato con 3 mila seggiolini richiudibi­li e con l’area posti in piedi (Celtic Fc)

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