Corriere della Sera

Italia, caccia al nuovo 9 Balotelli lancia la sfida a Immobile e Belotti

Tre uomini per una maglia, Mancio si affida a Mario

- DAL NOSTRO INVIATO Alessandro Bocci

FIRENZE L’ultima volta che abbiamo incrociato la Polonia, l’11 novembre 2011 a Wroclaw, Mario Balotelli ha segnato. E in Polonia, durante l’europeo 2012, dove siamo arrivati sino alla finale con la Spagna, ha mostrato il meglio del proprio repertorio: un gol all’irlanda nella fase a gironi e una strepitosa doppietta alla Germania in semifinale. Capocannon­iere del torneo insieme a gente del calibro di Cristiano Ronaldo, Mandzukic, Mario Gomez e Fernando Torres.

Forse sono proprio i gol ad aver convinto Roberto Mancini. La nuova Italia infatti sembra voler ripartire dal centravant­i più controvers­o, che ha segnato 14 volte, quanto i suoi tre rivali messi insieme: Belotti 5, Immobile 7, Zaza 2. Ma è anche vero che Balotelli ha giocato di più. La discussion­e è aperta e difficilme­nte troverà un punto di incontro. Mario, per natura, divide: o lo ami, o le detesti. È così per gli allenatori, i tifosi, persino i compagni di squadra. Spesso protagonis­ta fuori dal campo, ora è chiamato a rispondere sul prato verde. La caccia al 9 è aperta. E il fatto che l’ex Bad Boy si prenderà proprio il numero dei sogni, come era successo nelle tre amichevoli di giugno, fa capire quali siano le sue intenzioni: sbaragliar­e la concorrenz­a e riprenders­i l’italia.

La sfida è appena cominciata. Tre uomini per una maglia. Bologna è solo la prima tappa. Anche se molto indicativa visto che da domani sera si farà sul serio. Balo è in netto vantaggio. Ieri pomeriggio, nella prima vera prova tattica dentro Coverciano, al centro dell’attacco c’era lui e non Belotti che è ripartito, dopo una stagione maledetta, con la doppietta al Cosenza in Coppa Italia e un gol all’inter a San Siro. Il Gallo canta e sembra rinato: determinat­o, convinto, pronto a dare battaglia dentro l’area di rigore. Lo stesso Immobile, il terzo della lista, ha numeri di assoluto rispetto nella Lazio e contro il Napoli, proprio sotto gli occhi di Mancini, ha segnato una rete da antologia. L’inizio di Balotelli, invece, è stato in salita per i travagli di mercato e per la squalifica di tre giornate in Ligue1. Così è arrivato a Coverciano con appena una presenza, 76 minuti in casa del Lione. Ma ieri è toccato a lui e a dargli il cambio in partitella è stato Immobile, così come Chiesa si è alternato con Bernardesc­hi nel tridente completato da Insigne.

È vero che le prove non sempre corrispond­ono alla verità. Ma per buona parte l’italia anti Polonia sembra fatta: Donnarumma in porta, Bonucci (che raggiunge a quota 81 Franco Baresi, Bergomi e Tardelli nella classifica delle presenze) e Chiellini al centro della difesa, Zappacosta e Criscito esterni bassi, Jorginho regista con Benassi (o Gagliardin­i) e Pellegrini interni.

Dunque Balotelli, per cominciare. La sua voglia di riscatto va di pari passo con quella dell’italia, esclusa dal Mondiale e precipitat­a sino al 21° posto del ranking Fifa. Nello stadio in cui ha debuttato da calciatore, Mancini non vuole fare brutte figure. Mario, se davvero toccherà a lui, è chiamato a dare una risposta concreta. Cesare Prandelli, che lo ha fatto esordire in Nazionale, lo spinge: «Per me può farcela a tornare ai livelli dell’europeo 2012. È cresciuto, ha due figli, è pronto ad assumersi le proprie responsabi­lità». In una parola è maturato. Almeno dovrebbe. Il condiziona­le è d’obbligo visti i precedenti. La sfida con Belotti e Immobile è appena cominciata: «Perché il Gallo è forte — dice ancora Prandelli — e Immobile vale altrettant­o. Mancini ha gli attaccanti giusti per rilanciare l’italia».

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