Marquez a Rossi: qua la mano. Vale gli ride in faccia
A Misano Valentino si rifiuta di fare la pace con lo spagnolo: «Non ci sono problemi, ma va bene così»
MISANO ADRIATICO Valentino non dimentica. E non cede all’ipocrisia. Al tavolo dei conferenzieri di Misano alla vigilia del weekend di gara, sollecitato da alcuni giornalisti, Marquez parla della sua voglia di pace con Rossi e addirittura gli tende la mano. Il Dottore lo guarda più che perplesso, accenna uno dei suoi sorrisi feroci e gli fa segno di no, restando immobile. Marquez abbozza e dice: «Visto? È già la seconda volta che rifiuta». In effetti, è da un po’ che MM la butta lì, con interviste e moine varie. Dall’altra parte, il silenzio. E una certa ironia: «Forse è stata la sua visita dal Papa... Come John Belushi quando va in Chiesa e vede la luce. Mi spiace».
Dunque, niente stretta di mano, niente pace, niente di niente. «Perché dovrei? Io posso decidere, no?», domanda poi Valentino a chi gli chiede perché. E così tocca un punto delicato non solo di questa non-relazione ma di tante rivalità sportive e magari anche delle adiacenze umane che viviamo tutti ogni giorno: è proprio necessario volersi tutti bene? La sua teoria è che non lo è, basta stare nei limiti: «La nostra relazione personale non è importante, conta avere un rapporto corretto sul piano professionale. Il resto è solo una perdita di tempo».
Piuttosto che prestarsi a foto finto buoniste — come accadde con Biaggi — il campione adulto ha scelto la via della coerenza. Il che, intendiamoci, non vuole dire che Marquez finga. Semplicemente, è la loro interpretazione della storia che è differente. L’ex maestro è convinto di avere subito nel 2015 un torto enorme che gli ha sottratto il decimo titolo mondiale. L’ex allievo è convinto di non avere fatto mai niente di male. È un vicolo cieco, non se ne uscirà mai. «Se dovessi scegliere una canzone simbolo della mia carriera direi “Never ending story”», sorride Rossi più tardi a un’altra domanda. La storia infinita. Proprio come con Marc.