Salvini-5 Stelle, scontro sui giudici
Accusa di sequestro di persona, la replica in un video. Anm e Legnini (Csm): lesa l’indipendenza dei magistrati Avviso di garanzia al ministro che attacca: io eletto, i pm no. Bonafede: toni da Seconda Repubblica
Il ministro dell’interno Matteo Salvini, indagato per il caso della Diciotti, attacca i giudici: «Io eletto, loro no». Ed è polemica. Il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede replica: «Non ci faccia tornare alla Seconda Repubblica». Ieri i carabinieri sono stati al Viminale. Salvini «avvisato» per sequestro di persona aggravato.
Tutto inizia quando arriva al Viminale l’avviso di garanzia della procura di Palermo per Matteo Salvini nell’ambito delle indagini sul blocco dei migranti sulla nave Diciotti. Da quel momento passano pochi minuti e il ministro dell’interno, indagato per «sequestro di persona aggravato», decide di rendere nota la notizia.
Viene diffusa in diretta su Facebook dallo stesso Salvini che dal suo profilo apre la busta consegnatagli dai carabinieri e inviata dal tribunale del capoluogo siciliano. «Non mi ritengo né un sequestratore né un eversore», è l’incipit. Il vicepremier sferra un primo attacco a quei magistrati «che si proclamano di sinistra e in base a questa loro cultura emettono sentenze». Quando apre la busta lancia un secondo un affondo: «Qui c’è la certificazione che un organo dello Stato indaga un altro organo dello Stato, con la piccolissima differenza che questo organo dello Stato, pieno di difetti e di limiti, per carità, è stato eletto, altri non sono eletti da nessuno». Infine, dopo aver appeso l’avviso di garanzia su una parete della stanza del Viminale — «per me è una medaglia» — chiosa così: «Grazie ai magistrati, grazie al procuratore di Genova, grazie a tutti: mi date solo più forza».
Le parole di Salvini non vengono digerite dal ministro della Giustizia Alfonso Bonafede: «Può ritenere che un magistrato sbagli ma rievocare toghe di destra e di sinistra è fuori dal tempo. Non credo che Salvini abbia nostalgia di quando la Lega governava con Berlusconi. Chi sta scrivendo il cambiamento non può pensare di far ritornare l’italia nella Seconda Repubblica». Per il vicepremier Luigi Di Maio «Non si può dare sostegno alle accuse ai magistrati».
Si apre una faglia dentro la maggioranza a cui ne segue un’altra con la magistratura. Al punto da far intervenire Giovanni Legnini, vice presidente del Csm, organo presieduto dal capo dello Stato: «Esprimo forte preoccupazione per il contenuto delle dichiarazioni del Ministro dell’interno nei confronti della Procura di Palermo e della Magistratura. Si tratta di espressioni che, anche per le modalità con le quali sono state rese, risultano lesive del prestigio e dell’indipendenza dell’ordine giudiziario». Dura anche la reazione dell’anm: «Salvini stravolge principi costituzionali».
Dalla documentazione inviata da Palermo risultano escluse responsabilità del capo di gabinetto del Viminale Matteo Piantedosi che commenta: «Dato che ho pieno rispetto della magistratura, mi auguro di avere l’opportunità di contribuire a dimostrare che nessun reato è stato commesso».
Intanto nella sede leghista di via Bellerio a Milano il sottosegretario Giancarlo Giorgetti ha incontrato i legali Giovanni Ponti e Roberto Zingari, che stanno preparando il ricorso in Cassazione contro il sequestro preventivo dei 49 milioni di euro.