Corriere della Sera

«Felicità è il dolce cambiare»

Il cantautore: ero scontroso, ora ho la dolcezza dell’età matura Ho scritto anche delle canzoni brutte, ma le credevo belle

- di Renato Franco e Maria Serena Natale Sclaunich

«La dolcezza con la quale accettiamo i cambiament­i»: questa è la felicità per Francesco De Gregori, protagonis­ta a «Il Tempo delle Donne» alla Triennale di Milano davanti a migliaia di ospiti.

Il suo skyline è inconfondi­bile: maglietta nera, All Star bianche, panama calato sugli occhi, chitarra a tracolla. «Bene, abbiamo finito. Possiamo tornare a casa». L’ironia di Francesco De Gregori alla fine del soundcheck è l’ulteriore conferma che il cantautore da tempo ha ammorbidit­o la cifra del suo approccio con l’altro: «Un tempo ero più scontroso, oggi ho acquistato la dolcezza dell’età matura e anche un po’ di diplomazia» confessa al direttore del Corriere Luciano Fontana e al giornalist­a Pasquale Elia che lo hanno sollecitat­o con domande a cui ha risposto senza filtri, con la sincerità di un uomo risolto perché ha fatto i conti con le proprie imperfezio­ni.

Il successo — «moderato», sminuisce lui — non ha gonfiato il suo ego, lo ha fatto rimanere puro e onesto: «Non devo essere io a dirlo, mi fa piacere che lo diciate voi. Ho sempre cercato la giusta mediazione con l’industria discografi­ca tra l’esigenza di vendere un prodotto e quello che mi è urgente dire come artista. La stella polare che ti fa mantenere l’equilibrio è il rispetto per il pubblico, non dare la sòla, come diciamo noi a Roma, non fare brani furbetti. Ho scritto anche canzoni brutte, ma in quel momento mi sembravano belle».

Nella Leva calcistica della classe ‘68 canta che «un giocatore lo vedi dal coraggio, dall’altruismo e dalla fantasia»: «Non credo siano doti che mancano agli italiani: la fantasia ci ha salvato tante volte; e non siamo un popolo di egoisti; forse sul coraggio dobbiamo lavorare: se guardiamo alla nostra storia bellica direi che abbiamo fatto qualche giro di valzer di troppo e siamo saliti con troppa disinvoltu­ra sul carro del vincitore».

«Una vita a passo d’uomo» scrive in un altro brano: «Significa vivere con la misura della normalità, che non vuol dire banalità. È il metro nell’attraversa­re il mondo, l’esistenza e l’esistente, a passo d’uomo, non al passo del superuomo o dell’animale. È l’idea di umanesimo, dell’uomo rinascimen­tale di Leonardo, la rivendicaz­ione di essere persone con le proprie peculiarit­à».

Il suo nuovo progetto è Anema e Core, in uscita il 26 ottobre, dove si tuffa per la prima volta insieme a Chicca — «la sua sposa», come la chiama lui attingendo a un vocabolari­o desueto e romantico — nelle insidie del napoletano. Eppure fino a qualche tempo fa diceva che era più facile che un napoletano passasse da una cruna di un ago piuttosto che De Gregori cantasse in quella lingua: «È bello contraddir­si — sorride —, è bello inciampare e ricomincia­re. Alla fine il fascino sonoro per una grande tradizione musicale e per una lingua così ricca e fluida mi hanno fatto cambiare idea».

I social non fanno per lui: «Sono un’orgia di cattiveria, ma per fortuna c’è chi li cura per me e mi fa sembrare attivo: in questa società se non sei sui social molti pensano che sei morto...». Non è invece contro la tecnologia: «Benedico ogni giorno Wikipedia, anche perché non è semplice portarsi in giro la Treccani...».

Finito il tempo delle parole, inizia quello della musica, con un mini live di 40 minuti sospeso nel tempo, lui che è la colonna sonora di molte vite, di amori felici e sogni finiti, di malinconie e felicità. L’intro è in tema con Il tempo delle donne e Buenos Aires merita una spiegazion­e: «Ero partito da un idea combat, di lotta: raccontare le donne di Plaza de Mayo ma scrivendol­a ho cambiato strada, è diventata un omaggio a quella che con buona approssima­zione si può chiamare femminilit­à». Poi infila alcuni dei suoi successi più luminosi: oltre alla Leva, anche Generale e La donna cannone. Strappa brividi, ma li volge in sorrisi: «Avete l’aria da intellettu­ali, però vedo che le belle canzoni vi piacciono».

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Se non sei sui social molti pensano che sei morto Per fortuna c’è chi li cura per me

In «Buenos Aires» volevo raccontare le donne di Plaza de Mayo, è diventata un omaggio alla femminilit­à

 ??  ?? Maglietta nera, scarpe bianche e Panama in testa, Francesco De Gregori ha cantato al Tempo delle Donne
Maglietta nera, scarpe bianche e Panama in testa, Francesco De Gregori ha cantato al Tempo delle Donne
 ??  ?? Sul palco Francesco De Gregori è stato intervista­to dal direttore del «Corriere della Sera» Luciano Fontana e dal giornalist­a Pasquale Elia
Sul palco Francesco De Gregori è stato intervista­to dal direttore del «Corriere della Sera» Luciano Fontana e dal giornalist­a Pasquale Elia
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Il dialogo Luciano Fontana con Francesco De Gregori

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