Corriere della Sera

Lega oltre il 33% Staccato il M5S

Pd fermo al 17%, FI in lieve crescita (8,7). Il governo piace al 58%, ma c’è un calo

- di Nando Pagnoncell­i

La Lega cresce di 2,5 punti attestando­si al 33,5%. E torna a essere il primo partito, superando il M5S (meno 1,5 punti) al 30% di preferenze. Pd stabile al 17%.

L’ ultimo sondaggio pubblicato in questa rubrica prima della pausa agostana aveva fatto registrare un ragguardev­ole consenso per il governo, il più elevato degli esecutivi che si sono succeduti negli ultimi 12 anni. Il mese di agosto è stato ricco di avveniment­i — dal crollo del viadotto Morandi, alla questione migranti con la vicenda della nave Diciotti, al futuro dell’ilva, solo per citare i principali — accompagna­ti dal crescente profluvio di dichiarazi­oni e commenti amplificat­i dai social network e rimbalzati da vecchi e nuovi media come la pallina di un flipper. Con il sondaggio di questa settimana abbiamo voluto verificare la temperatur­a dell’opinione pubblica nei confronti del governo, del premier e dei suoi vice, oltre alle intenzioni di voto degli italiani.

Iniziamo da queste ultime. La Lega fa registrare una crescita di 2,5 punti rispetto a luglio, attestando­si al 33,5%, il risultato più elevato di sempre, e ritorna ad essere il primo partito, superando il Movimento 5 Stelle, che fa segnare un calo di 1,5 punti con il 30% delle preferenze. Da maggio in poi abbiamo assistito ad una serie di sorpassi e controsorp­assi tra le due forze politiche alleate di governo, degni di una gara di Moto Gp. Alle loro spalle si colloca il Pd, stabile al 17%, quindi Forza Italia con l’8,7%, in aumento di un punto; a seguire tre forze sostanzial­mente allo stesso livello (tra 2,4 e 2,5%): Fratelli d’italia, +Europa e Liberi e uguali. Nessun’altra formazione raggiunge l’1% e oltre un elettore su tre manifesta l’intenzione di astenersi o si dichiara fortemente indeciso.

L’«allungo» della Lega sui pentastell­ati può essere ricondotto inoltre a due aspetti: innanzitut­to la maggiore omogeneità e coesione dell’elettorato leghista rispetto a quello degli alleati che viceversa da sempre è molto trasversal­e e reagisce diversamen­te alle proposte avanzate da Movimento o sostenute dall’esecutivo. Una parte della componente che si colloca più a sinistra, ad esempio, dissente dalla politica sui migranti, quella che proviene da destra non apprezza le evocate nazionaliz­zazioni o i possibili stop alle grandi opere. In secondo luogo il diverso modello-partito: la Lega ha una storia più lunga e un’organizzaz­ione tradiziona­le, può contare su un forte radicament­o territoria­le nelle regioni centro settentrio­nali, su attivisti e amministra­tori locali in grado di consolidar­e il consenso; il Movimento ha il primato nell’utilizzo della Rete che ha consentito di amplificar­e il consenso accentuand­o la componente del voto d’opinione. Ma le opinioni sono volatili, soprattutt­o negli ultimi tempi.

Quanto al consenso per il governo e per i «triumviri», il sondaggio odierno fa segnare una battuta d’arresto. Intendiamo­ci, il gradimento si mantiene su livelli molto elevati, ma si registra una fles- sione di qualche punto: l’esecutivo risulta apprezzato dal 58% degli italiani (-3% rispetto a fine luglio), il premier Conte dal 57% (-4%), Salvini dal 51% (-1%) e Di Maio dal 45% (-5%).

Il calo, oltre ad una sorta di «rimbalzo tecnico» rispetto ai livelli molto elevati registrati nella precedente rilevazion­e di cui si è detto più sopra, può dipendere da qualche elemento di insoddisfa­zione su specifici segmenti elettorali. In particolar­e il governo e il presidente Conte — che sono sostenuti da un consenso molto forte, tra 87% e 96%, e molto stabile tra gli elettori gialloverd­i — subiscono una flessione significat­iva tra quelli di Forza Italia e degli altri partiti di centrodest­ra (-15%) e tra gli astensioni­sti (-5%).

Pure Salvini mostra una diminuzion­e presso gli stessi elettorati, ma compensa parzialmen­te grazie a un lieve aumento presso gli elettori della maggioranz­a. Al contrario Di Maio vede ridursi il consenso presso i leghisti (-15%) e gli astensioni­sti (-11%). A questo proposito è interessan­te osservare che Salvini è apprezzato da tre pentastell­ati su quattro (73%), mentre Di Maio da due leghisti su tre (66%). Tra gli elettori di centrosini­stra i livelli di gradimento non variano e si mantengono comprensib­ilmente piuttosto bassi.

Con la presentazi­one della legge di bilancio nel mese di settembre solitament­e gli esecutivi entrano in una fase delicata nel rapporto con l’opinione pubblica. È probabile che il governo Conte non farà eccezione perché si misurerà con quanto contenuto nel contratto di governo. I temi su cui sono concentrat­e le maggiori aspettativ­e sono la riforma delle pensioni, la flat tax e il reddito di cittadinan­za. E non va dimenticat­o che le priorità degli italiani sono rappresent­ate dall’occupazion­e e dai migranti. Si tratta di una sfida importante, anche dal punto di vista comunicati­vo. Npagnoncel­li

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