Conti pubblici, le attese di Bruxelles Centeno: fiducia sugli impegni presi
Tria all’ecofin rassicura i colleghi Ue. Moscovici: nel 2019 aggiustamento strutturale
DAL NOSTRO INVIATO
VIENNA Un accordo politico di massima ha riavvicinato l’italia all’ue sul rispetto dei vincoli di bilancio. Lo ha concluso il ministro dell’economia Giovanni Tria a margine della prima giornata di riunioni a Vienna dei ministri finanziari dell’eurogruppo e dell’ecofin, che si concludono oggi. Tria ha sviluppato una analoga intesa anche con la Commissione europea, che attua il controllo tecnico sui conti pubblici nazionali, incontrando il vicepresidente per l’euro, il lettone Valdis Dombrovskis, e il commissario Ue per gli Affari economici, il francese Pierre Moscovici.
In questo modo l’italia e l’ue intendono chiudere il periodo di incertezza scaturito da dichiarazioni dei vicepremier Luigi Di Maio del M5S e Matteo Salvini della Lega, che avevano ipotizzato lo sfondamento del limite massimo del 3% nel rapporto deficit-pil e perfino un aumento del maxi debito per poter spendere di più e abbassare le tasse. Le fughe di investitori e le tensioni sui mercati finanziari, insieme al conseguente aumento del costo per lo Stato dei titoli pubblici, avrebbero convinto a evitare lo scontro con Bruxelles.
«Non rivelo le conversazioni che abbiamo avuto con Tria – ha detto il presidente portoghese dell’eurogruppo Mario Centeno –. Ma siamo fiduciosi che farà esattamente quello che ha promesso pubblicamente. Posso sottolineare che le aspettative sono che l’italia rispetterà le regole nel prossimo bilancio». Centeno ha richiamato le recenti rassicurazioni di Di Maio e Salvini ricordando che «è di dominio pubblico che diversi membri del governo italiano si sono impegnati». Dombrovskis ha detto che Tria gli ha «assicurato che al momento il bilancio in preparazione prevede il miglioramento del saldo strutturale e la diminuzione del debito pubblico». Lo ritiene «un impegno che va assolutamente nella direzione del buon senso» dopo le preoccupanti reazioni dei mercati. Anche Moscovici ha detto di aspettarsi che «l’italia faccia l’aggiustamento strutturale nel bilancio 2019». Il ministero dell’economia ha confermato una «linea condivisa: misure per crescita economica nel rispetto delle regole e miglioramento della finanza pubblica».
A Vienna Tria, i ministri finanziari e i commissari Ue non hanno fatto trapelare numeri precisi, che sarebbero ancora da definire tra Roma e Bruxelles. Il governo italiano intenderebbe aspettare i nuovi dati Istat, poi rendere noto l’aggiornamento del Def e concordare la bozza del progetto di bilancio 2019, da inviare alla Commissione europea entro il 15 ottobre prossimo. L’attenzione sul maxi debito italiano, attestatosi intorno al 132% del Pil con i governi di Matteo Renzi e Paolo Gentiloni, appare comunque sempre alta. Restano da trattare i soliti decimali di differenza tra Roma e Bruxelles, soprattutto per poter attuare il reddito di cittadinanza anti-povertà, una riduzione dell’età pensionabile e investimenti pubblici produttivi. Ma a preoccupare gli investitori acquirenti dei titoli di Stato italiani sarebbe stata soprattutto la promessa di Salvini di una flat tax al 15-20%, che avrebbe potuto provocare un crollo delle entrate tributarie e un aumento del debito.