Feldstein: «Le promesse da campagna elettorale? Meglio posticiparle»
CERNOBBIO «L’italia ha un debito pubblico pari al 130% del suo prodotto interno lordo. Dove arriverà? Se la crescita resta molto bassa e i tassi di interesse aumentano, il rapporto potrebbe esplodere diventando insostenibile», sostiene Martin Feldstein, 78 anni, professore all’università di Harvard e uno degli economisti americani più ascoltati. E arriva a immaginare «il rischio di uscita dall’euro».
Il governo Lega-m5s fa tornare la paura? In primavera il rendimento dei Btp decennali era sotto l’1,8%, oggi è sopra il 3%.
«Il rendimento dei titoli italiani è ancora sotto controllo, ma soltanto grazie a Mario Draghi e alle sue parole magiche, il famoso “whatever it takes”. Se i tassi di interesse tornano a salire, la gente comincerà a dubitare della tenuta dell’euro e la paura non si limiterà all’italia, ma si estenderà all’eurozona. Ho sentito che il governo di Roma ha fatto un passo indietro e rinviato alcune promesse elettorali. Se continueranno a posticipare, i loro elettori non saranno molto felici. Se però metteranno in atto i propositi, ad agitarsi saranno gli investitori».
L’euro è irreversibile ha sempre ribadito Draghi.crede davvero a un’italia fuori dalla moneta comune?
«Non si può lasciare l’eurozona da un punto di vista legale, perché non sono previste le procedure. Ma una volta la Cancelliera Merkel a proposito della Grecia disse che Atene avrebbe sempre continuato a far parte dalle Ue, ipotizzando la possibiltà di addio all’euro».
A fine anno si conclude il programma di acquisto dei titoli di Stato da parte della Bce della quale a fine ottobre 2019 Draghi lascia la presidenza.che cosa succederà dopo?
«Draghi era una garanzia».
Quale scenario potrebbe portare l’italia fuori dall’euro?
«Se per esempio il deficit sale al 4% e il Pil nominale cresce del 3%, il debito pubblico resterà al 130%. Ma se il deficit sale fino al 5% e il Pil nominale aumenta del 2%, allora il debito arriva al 205%. A quel punto gli investitori diventeranno davvero nervosi, lo spread salirà ancora e si cadrà nella spirale del debito».
Rischiamo un futuro argentino?
«La crisi argentina è una cosa molto diversa: il deficit di Buenos Aires è andato fuori controllo, mentre l’inflazione è salita tantissimo. Non è il caso dell’italia».
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Il rendimento dei titoli di Stato italiani è sotto controllo solo grazie all’intervento della Bce. Ma il mandato di Draghi a Francoforte termina a ottobre 2019
Reddito di cittadinanza e abolizione della legge Fornero sulle pensioni sono sostenibili?
«Sono misure pericolose in un Paese a bassa crescita e con alto debito».
In America invece l’economia corre: nel secondo trimestre il Pil è salito del 4,2%, mentre la disoccupazione è al 3,9%.
«L’economia americana sta andando straordinariamente bene, il pericolo è un altro. Il prezzo degli asset è salito così tanto che potrebbe scoppiare la bolla sui mercati. Poiché i tassi a breve restano bassi, la Fed avrà poche armi e l’economia potrebbe cadere in recessione».
Il presidente Trump minaccia nuovi dazi contro la Cina. La preoccupa una guerra commerciale?
«Fa parte della negoziazione. Ma c’è un costo da pagare. Se alla fine, l’america farà un buon accordo, il prezzo sarà giustificato».