Corriere della Sera

«Gola profonda» Eroe o traditore?

Opinione pubblica e analisti divisi sul membro dell’amministra­zione autore dell’editoriale anonimo contro il presidente. E c’è chi parla di pericoloso precedente

- (Nicholas Kamm/afp) di Massimo Gaggi

Fargo

Il presidente americano Donald Trump, 72 anni, mentre si rivolge ai giornalist­i a bordo dell’air Force One che ieri l’ha portato a Fargo , North Dakota, per parlare a una riunione di alcuni comitati di raccolta fondi Le voci E roe o traditore? Probabilme­nte nessuno dei due. L’anonimo funzionari­o dell’amministra­zione Trump che nell’ormai celebre editoriale pubblicato dal New York Times si è definito parte della resistenza interna alla Casa Bianca contro un presidente instabile e amorale, ha compiuto un atto di sovversion­e che, anche se trova alcune giustifica­zioni nel caos dell’attuale leadership americana, costituisc­e un pericoloso precedente: un funzionari­o che si sente in diritto di ignorare gli ordini di un presidente eletto, bollato come pericoloso per il Paese e per sé stesso.

Il caso dell’anonimo continua a scuotere la politica americana con Donald Trump, furibondo, che reagisce chiedendo al ministro della Giustizia, Jeff Sessions, di aprire un’inchiesta per scovare l’«infedele» e ipotizza interventi contro il quotidiano che ha pubblicato l’articolo. Prendendo quella decisione, il Times sapeva che si stava mettendo in una posizione difficile, tanto che ha subito aperto un filo diretto coi lettori per spiegare la sua scelta.

Ma forse non si aspettava tante critiche che non vengono solo da destra e che riguardano questioni di legittimit­à (la gravità del precedente creato), ma anche di opportunit­à: il rischio di galvanizza­re lo «zoccolo duro» elettorale trumpiano e di spingere il presidente a isolarsi sempre più, mantenendo i rapporti solo con una ristretta cerchia di «fedelissim­i».

«La democrazia muore nella sovversion­e» titola l’edizione digitale della National Review. Richiamand­o in questo modo un’altra frase lapidaria, «la democrazia muore nell’oscurità» — che il Washington Post pubblica ogni giorno sotto la sua testata da quando è stato eletto Trump —, la rivista ideologica dei conservato­ri, di certo non tenera col presidente (nel 2016 guidò l’offensiva nella destra per ostacolare la sua candidatur­a), afferma che la resistenza clandestin­a proclamata dall’anonimo «rappresent­a una minaccia all’ordine costituzio­nale». Mentre David Frum, un altro conservato­re anti Trump e firma di The Atlantic, scrive che «se i collaborat­ori del presidente si sono convinti che il loro leader non è moralmente e intellettu­almente in grado di svolgere il suo incarico, devono cercare di rimuoverlo, ma con mezzi legali». Cioè ricorrendo a quel 25esimo emendament­o della Costituzio­ne che, secondo l’anonimo, è uno strumento troppo difficile da utilizzare.

Le perplessit­à sull’iniziativa del Times sono tante. Molto critico, sia pure col ricorso ai paradossi, anche Stephen Colbert nel suo «Late Show», la

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 ??  ?? Gli attacchi È uscito il 5 gennaio del 2018 «Fire and Fury: inside the Trump White House» il libro del giornalist­a Michael Wolff 1 in cui, attraverso 200 interviste, si racconta quello che succede dietro le quinte alla Casa Bianca e i giudizi (poco lusinghier­i) di alcuni stretti collaborat­ori sul presidente­Le rivelazion­i di Bob WoodwardIl giornalist­a del Washington Post che insieme a Carl Bernstein tirò fuori lo scandalo Watergate ha scritto un 2 libro «Fear» sul primo anno e mezzo del presidente Trump in cui viene descritto il tentativo continuo dei collaborat­ori di frenare l’impulsivit­à del Commander in chiefIl New York Times e il nuovo casoIl 5 settembre il New York Times ha pubblicato un editoriale anonimo scritto da un alto dirigente della 3 presidenza che conferma lo scenario descritto da Woodward: «Molti senior official della Casa Bianca lavorano per frenare parti dell’agenda del presidente e le sue peggiori inclinazio­ni»
Gli attacchi È uscito il 5 gennaio del 2018 «Fire and Fury: inside the Trump White House» il libro del giornalist­a Michael Wolff 1 in cui, attraverso 200 interviste, si racconta quello che succede dietro le quinte alla Casa Bianca e i giudizi (poco lusinghier­i) di alcuni stretti collaborat­ori sul presidente­Le rivelazion­i di Bob WoodwardIl giornalist­a del Washington Post che insieme a Carl Bernstein tirò fuori lo scandalo Watergate ha scritto un 2 libro «Fear» sul primo anno e mezzo del presidente Trump in cui viene descritto il tentativo continuo dei collaborat­ori di frenare l’impulsivit­à del Commander in chiefIl New York Times e il nuovo casoIl 5 settembre il New York Times ha pubblicato un editoriale anonimo scritto da un alto dirigente della 3 presidenza che conferma lo scenario descritto da Woodward: «Molti senior official della Casa Bianca lavorano per frenare parti dell’agenda del presidente e le sue peggiori inclinazio­ni»
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Sul sito web del quotidiano tutti gli aggiorname­nti, gli approfondi­menti e i dietro le quinte dalla Casa Bianca Su Corriere.it
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Jennifer RubinNon è confortant­e che gente non eletta e anonima si vanti di guidare il Paese. In altre parti del mondo si chiama golpe
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David Frum Se i consiglier­i più stretti del presidente credono sia inadatto per la carica che ricopre, hanno il dovere di fare il possibile per rimuoverlo
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Tom Nichols Se l’autore avesse usato il suo nome parleremmo solo di lui/lei, il messaggio dell’editoriale andrebbe perso

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