«Gola profonda» Eroe o traditore?
Opinione pubblica e analisti divisi sul membro dell’amministrazione autore dell’editoriale anonimo contro il presidente. E c’è chi parla di pericoloso precedente
Fargo
Il presidente americano Donald Trump, 72 anni, mentre si rivolge ai giornalisti a bordo dell’air Force One che ieri l’ha portato a Fargo , North Dakota, per parlare a una riunione di alcuni comitati di raccolta fondi Le voci E roe o traditore? Probabilmente nessuno dei due. L’anonimo funzionario dell’amministrazione Trump che nell’ormai celebre editoriale pubblicato dal New York Times si è definito parte della resistenza interna alla Casa Bianca contro un presidente instabile e amorale, ha compiuto un atto di sovversione che, anche se trova alcune giustificazioni nel caos dell’attuale leadership americana, costituisce un pericoloso precedente: un funzionario che si sente in diritto di ignorare gli ordini di un presidente eletto, bollato come pericoloso per il Paese e per sé stesso.
Il caso dell’anonimo continua a scuotere la politica americana con Donald Trump, furibondo, che reagisce chiedendo al ministro della Giustizia, Jeff Sessions, di aprire un’inchiesta per scovare l’«infedele» e ipotizza interventi contro il quotidiano che ha pubblicato l’articolo. Prendendo quella decisione, il Times sapeva che si stava mettendo in una posizione difficile, tanto che ha subito aperto un filo diretto coi lettori per spiegare la sua scelta.
Ma forse non si aspettava tante critiche che non vengono solo da destra e che riguardano questioni di legittimità (la gravità del precedente creato), ma anche di opportunità: il rischio di galvanizzare lo «zoccolo duro» elettorale trumpiano e di spingere il presidente a isolarsi sempre più, mantenendo i rapporti solo con una ristretta cerchia di «fedelissimi».
«La democrazia muore nella sovversione» titola l’edizione digitale della National Review. Richiamando in questo modo un’altra frase lapidaria, «la democrazia muore nell’oscurità» — che il Washington Post pubblica ogni giorno sotto la sua testata da quando è stato eletto Trump —, la rivista ideologica dei conservatori, di certo non tenera col presidente (nel 2016 guidò l’offensiva nella destra per ostacolare la sua candidatura), afferma che la resistenza clandestina proclamata dall’anonimo «rappresenta una minaccia all’ordine costituzionale». Mentre David Frum, un altro conservatore anti Trump e firma di The Atlantic, scrive che «se i collaboratori del presidente si sono convinti che il loro leader non è moralmente e intellettualmente in grado di svolgere il suo incarico, devono cercare di rimuoverlo, ma con mezzi legali». Cioè ricorrendo a quel 25esimo emendamento della Costituzione che, secondo l’anonimo, è uno strumento troppo difficile da utilizzare.
Le perplessità sull’iniziativa del Times sono tante. Molto critico, sia pure col ricorso ai paradossi, anche Stephen Colbert nel suo «Late Show», la
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