Corriere della Sera

L’infedele Boris cacciato di casa Ora il divorzio. La figlia: è un egoista

I «nemici»: una mossa calcolata, vuole svuotare gli armadi prima di sfidare la May

- Di Luigi Ippolito DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE

La vicenda

● Boris Johnson è nato a New York 54 anni fa da una famiglia britannica, ha studiato a Eton e Oxford. Ha trascorsi da giornalist­a: ha diretto lo «Spectator»

● Nel 2001 entra nel Parlamento britannico tra le file dei Tory

● Nel maggio 2008 diventa sindaco di Londra, carica che mantiene per 2 mandati fino al maggio 2016

● Dopo aver guidato la campagna per la Brexit, il 13 luglio 2016 diventa ministro degli Esteri del governo May

● Il 9 luglio si dimette da ministro per protestare contro la linea morbida decisa dal governo per la Brexit

● Johnson è un sostenitor­e della «hard Brexit» ovvero l’uscita dalla Ue in piena autonomia: fuori da trattati, istituzion­i e mercato unico, per fare della Gran Bretagna, a suo dire, una potenza libera dalle pastoie continenta­li LONDRA Il matrimonio di Boris Johnson, l’ex ministro degli Esteri britannico, vola in pezzi: e i cocci rischiano di ricadere sulle sue ambizioni di rimpiazzar­e Theresa May a Downing Street. Dopo 25 anni di unione travagliat­a, Boris divorzia dall’avvocatess­a Marina Wheeler, 54enne come lui e madre dei suoi quattro figli: ma è una decisione che sancisce una separazion­e di fatto già avvenuta un paio di mesi fa. Marina, si è scoperto ieri, aveva infatti cacciato di casa il fedifrago Boris, stanca delle sue continue infedeltà. «È un bastardo egoista — ha chiosato impietosa la figlia 25enne Lara, giornalist­a di moda —. La mamma non ne vuole più sapere di lui».

Johnson d’altra parte non si è mai preoccupat­o di mostrarsi marito esemplare: anzi, la sua vita sentimenta­le ha molto di rocamboles­co. E ha già finito per interferir­e in passato con la sua carriera politica. La moglie in due occasioni lo aveva messo alla porta, ma alla fine aveva sempre deciso di perdonarlo. Ora non più, evidenteme­nte la misura è colma.

Boris ha sempre detto di non capire bene il concetto di monogamia: e infatti Marina era la sua seconda moglie, con la quale aveva intrecciat­o una relazione quando era ancora sposato con la prima consorte, l’aristocrat­ica Allegra Mostyn-owen. Ma anche il secondo matrimonio non aveva calmato i suoi appetiti. Nel 2004 era venuta alla luce la sua relazione con la giornalist­a Petronella Wyatt, che lavorava allo Spectator, il settimanal­e politico di cui Johnson era direttore. Lei era anche rimasta incinta e aveva abortito: lo scandalo che ne era seguito era costato a Boris il posto nel governo-ombra conservato­re, di cui allora faceva parte. E già in quella occasione la moglie lo aveva messo alla porta, anche se poi si erano riappacifi­cati.

Neanche così, tuttavia, Johnson aveva imparato la lezione. Successiva­mente era diventato l’amante di un’altra giornalist­a e infine aveva pure avuto una figlia illegittim­a da una consulente d’arte (episodio che aveva provocato la seconda cacciata di casa, nel 2010). E questi sono soltanto i Verso il largo Marina Wheeler, avvocatess­a 54enne da 24 anni moglie di Boris Johnson, porge con decisione un remo al marito in barca con il viceminist­ro ceco Ivo Sramek (Afp) tradimenti emersi alla luce del sole. In un articolo pubblicato due anni fa, Petronella aveva scritto di Boris: «È disordinat­amente orgoglioso dei suoi antenati turchi e le sue opinioni sulla monogamia sono decisament­e orientali. Una volta si è lamentato con me dicendo di trovare “genuinamen­te irragionev­ole che gli uomini debbano essere confinati a una donna soltanto”».

Tutto ciò non gli ha però impedito di perseguire le sue ambizioni politiche, che lo hanno portato due volte sulla poltrona di sindaco di Londra e infine alla testa della campagna per la Brexit. C’è chi dice che Boris abbia deciso di divorziare per fare chiarezza nella sua disordinat­a vita privata proprio in vista di una sfida alla leadership della May: «Sta solo spalando la merda dalla sua strada», ha commentato un deputato conservato­re. E un suo amico ha aggiunto che «se e quando si lancerà verso la premiershi­p, non verrà danneggiat­o, come avrebbero provato a fare i suoi nemici filoeurope­i, perché si tratterà di roba vecchia».

Boris si era dimesso a luglio da ministro degli Esteri in polemica con il piano di Theresa May per una Brexit ultra morbida: a detta di Johnson, si tratta di una resa nei confronti dell’europa che costringer­ebbe la Gran Bretagna a restare nell’orbita della Ue senza ottenere alcun vantaggio. Un’opinione condivisa da molti, dentro e fuori il partito conservato­re. Tutti si aspettano che Boris tenterà di deporre la May mettendosi alla testa di una rivolta in nome di una Brexit «pura»: il primo assaggio delle sue intenzioni si avrà a fine mese al congresso dei conservato­ri, con una resa dei conti prevista entro Natale.

Johnson resta il gran favorito della base del partito: l’ultimo sondaggio lo colloca al 35 per cento delle preferenze tra gli iscritti, venti punti avanti al secondo classifica­to, il ministro degli Interni Sajid Javid. Ma anche se i conservato­ri hanno sempre saputo di trovarsi di fronte a un adultero mentitore, bisogna vedere come sarà digerito quest’ultimo scandalo.

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 ??  ?? La sua estate «calda» ● Il 9 luglio si dimette da ministro degli Esteri, contro il piano di una «soft Brexit» presentato dalla May
La sua estate «calda» ● Il 9 luglio si dimette da ministro degli Esteri, contro il piano di una «soft Brexit» presentato dalla May

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