«Io in commissione? Sbagliai a dire sì»
GENOVA Ingegnere Antonio Brencich, lei era tra i membri del Comitato tecnico che ha dato l’ok ai lavori del ponte. Ora tutti e cinque (Ferrazza, Sisca, Buonaccorso, Servetto) siete sotto accusa.
«Più che sotto accusa, direi che la Procura cercherà di capire, presumo, se dai dati che avevamo a disposizione si potesse dedurre che ci fosse un qualche rischio».
Quindi se tornasse indietro firmerebbe ancora quell’atto?
«Io all’epoca per quello che avevo in mano ritengo di non avere avuto elementi per sospettare un pericolo».
Quindi o avete sbagliato voi, o i dati che avevate erano sbagliati?
«Non ho il quadro generale dell’indagine, se mi sono stati forniti dati parziali non posso saperlo. E non commento notizie di stampa».
Alla riunione del Comitato c’erano i progettisti di Autostrade. Qualcuno vi ha detto, magari solo a voce, che c’erano pericoli o fretta nei lavori?
«Assolutamente no. C’erano più di venti persone a quel comitato, non solo i firmatari. Quindi se lo avessero detto sarebbe emerso».
Lei si è dimesso per primo dalla commissione ispettiva del Mit. Accetterebbe ancora quell’incarico?
«Pensavo di essere stato coinvolto per la mia attività nel Comitato. Poi mi sono accorto che era un’interpretazione ingenua e che c’erano opportunità diverse...».
Quindi, potesse tornare indietro non accetterebbe più?
«Col senno del poi, no. Avrei dovuto fermarmi e pensare un po’ di più».