Corriere della Sera

LA DEBOLEZZA (ILLIBERALE) DI PUNIRE I FIGLI PER LE IDEE DEI GENITORI

- di Elena Tebano

Peggio di così non era possibile fare, soprattutt­o per un’istituzion­e che fa dell’educazione ai valori la propria missione. A Vienna la Waldorfsch­ule, un prestigios­o istituto comprensiv­o privato di orientamen­to steinerian­o, ha espulso due fratelli di 12 anni perché li riteneva incompatib­ili con l’insegnamen­to della scuola. La loro colpa? Nessuna. Anzi no, una, a quanto pare imperdonab­ile: essere figli della loro madre. Ovvero Caroline Sommerfeld­lethen, filosofa e teorica della Nuova destra identitari­a. Nata in Germania, 43 anni, da 13 a Vienna, la Sommerfeld scrive per «Sezession», la rivista fondata dall’ideologo della estrema destra tedesca Götz Kubitschek e argomenta con piglio intellettu­ale che i migranti sono una minaccia per la civiltà di Austria e Germania, che la democrazia liberale non è un sistema desiderabi­le di governo, che i tedeschi hanno creato una sorta di culto dell’olocausto in cui si crogiolano nel senso di colpa. Tutti temi usati anche dagli esponenti dei gruppi neofascist­i e neonazisti. E che negano senza dubbio i principi insegnati dalla scuola steinerian­a. Ma sono idee professate dalla madre, non dai bambini, che a scuola non hanno mai mostrato comportame­nti problemati­ci e che mai hanno provato a indottrina­re i compagni. Ai quali invece sono molto legati, tanto che l’ultimo giorno di lezione prima dell’espulsione erano tutti in lacrime. La vicenda è ancora più assurda, perché Sommerfeld è sposata con Helmut Lethen, intellettu­ale di sinistra noto per i suoi libri critici nei confronti delle nuove e vecchie destre. Sommerfeld e Lethen sono d’accordo solo su una cosa: di dissentire (politicame­nte) su tutto. Ma riescono a convivere. Mentre una scuola, cioè l’istituzion­e che dovrebbe insegnare a confrontar­si con chi la pensa diversamen­te e a trovare gli argomenti migliori per sostenere le proprie ragioni, non riesce a farlo. Chi punisce i figli per le idee dei genitori nega la libertà e l’indipenden­za individual­e che dice di voler difendere. Oltre che sbagliato è una ammissione di debolezza: significa pensare che non basti la forza delle proprie ragioni, non credere davvero nella propria capacità educativa.

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