TRATTARE SALVINI DA FASCISTA È SBAGLIATO E FUORVIANTE
Caro Aldo, vedo che Lei purtroppo non valuta a pieno il pericolo fascismo in Italia. Pulsioni e parole mi sembrano evidenti: abolizione del Parlamento, abolizione della legge Mancino, Orbán come modello, mancato rispetto di alcuni principi sanciti dalla Costituzione. Non basta essere eletti: in democrazia il potere ha i suoi limiti nei principi fondamentali sanciti dal liberalismo. Ambrogio Valtolina Salvini non è né Mussolini né Hitler, ma tutto il suo modo di agire, le idee che manifesta, la sua comunicazione, il suo storytelling (come si usa dire oggi) cos’altro sono se non la (brutta) copia di quei due nefasti personaggi? Ferruccio Guida
OCari lettori, pporsi a Salvini è lecito e talora anche giusto, ma trattarlo da fascista è fuorviante e sbagliato. È utile rileggere un libro straordinario, «L’italia in camicia nera». Indro Montanelli e Mario Cervi raccontano quasi giorno per giorno l’ascesa al potere di Benito Mussolini. Tutto è completamente diverso: il contesto storico, le personalità in campo, le caratteristiche del Paese. Certo, qualche punto in comune si può trovare: la violenza con cui si liquidano gli avversari politici e in genere chi non la pensa allo stesso modo; cent’anni fa era una violenza fisica, oggi è una violenza verbale. Ma leggere il presente con le categorie ideologiche del passato non aiuta a capire. Invece l’analisi dei ricorsi storici è una sorta di tic nazionale. Il fascismo viene tirato in causa spesso a sproposito. Lo si è fatto anche venticinque anni fa, quando apparve sulla scena Berlusconi, e quando l’italia non era governata dalla rete, ma dalla televisione. Si è cantato Bella Ciao in situazioni che non c’entravano niente. Si è evocata la Resistenza in battaglie come quella contro l’alta velocità che nulla avevano a che fare con il No detto da tante italiane e tanti italiani ai nazifascisti. In questo modo si sono costruite reputazioni e carriere, ma si sono logorati parole e valori — ad esempio l’uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge, senza distinzioni di sesso, etnia, lingua, religione, opinioni politiche, condizioni personali e sociali — che dovrebbero appartenere a tutti. Non ricominciamo adesso.
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