Fca, Manley al timone A ottobre la squadra Marelli, avanti con Kkr
Elkann: futuro di costruzione, non di rottura. I piani
Un minuto di silenzio in memoria di Sergio Marchionne, l’amministratore delegato di Fiat Chrysler, già nella storia del nostro Paese. E’ iniziata così l’assemblea straordinaria degli azionisti di Fca, tenutasi ieri ad Amsterdam, presieduta da John Elkann, che con il 99,58% dei voti favorevoli ha confermato Mike Manley, amministratore delegato, nominato il 21 luglio, quattro giorni prima che Marchionne morisse. Investitura valida sino alla prossima assemblea del 2019. Elkann ha espresso piena fiducia nel manager tanto da poter garantire che Manley porterà avanti il gruppo italoamericano, conservando la sua indipendenza. «Un futuro di costruzione, non di rottura — ha sottolineato Elkann —, Mike Manley è già interamente coinvolto nella gestione della società, con gli stessi poteri del suo predecessore».
Manley , un ingegnere britannico di 54 anni, discreto ma determinato, in un decennio ha valorizzato il marchio Jeep, oggi considerato dagli analisti come l’espressione del maggior valore di Fiat Chrysler. Il brand icona dell’esercito americano durante la Seconda guerra mondiale, è il cuore della strategia di posizionamento di Fca, grazie ai modelli più redditizi — i Suv — leader dei mercati attuali, fanno furore in tutto il mondo in particolare in Usa. Jeep oggi dispone di una decina di fabbriche nel mondo, contro le quattro di poco tempo fa, vuole posizionarsi in Asia considerata priorità assoluta. Il piano industriale presentato da Marchionne il 1° giugno, puntava anche sui marchi di lusso Maserati e Alfa Romeo, ma non vi sono ancora indicazioni precise sugli sviluppi operativi. Manley sta occupandosi, ad interim, anche dell’europa, la regione Emea che ingloba l’africa del Nord e il Medio Oriente. In questi giorni ha preso contatto con tutta la prima linea dei collaboratori, operativi con Alfredo Altavilla, l’ex capo Emea che ha lasciato le sue funzioni il 31 agosto. Entro la fine del mese verrà annunciata la nuova squadra e il successore di Altavilla. Dovrebbe essere nominato un italiano — circolano molti nomi — in pole position pare vi sia Pietro Gorlier, l’ad di Magneti Marelli. Proprio questa società sembra ormai destinata alla vendita (lo scorporo da Fca, avviato da Sergio Marchionne, per quotarla in Borsa ha sempre meno rilevanza), l’offerta del fondo di investimento Kkr ha basi concrete, la trattativa va avanti, l’operazione è complessa, sarebbe coinvolto il colosso della componentistica giapponese Calsonic Kansei (ex Nissan). Non si esclude la conclusione entro la fine di ottobre. Si creerebbe un colosso italo-nipponico capace di fatturare oltre 18 miliardi di dollari, in grado di divenire protagonista assoluto nella guerra tecnologica in corso nel settore automobilistico, sia per lo sviluppo della vettura autonoma sia per consolidare il processo di evoluzione dell’auto elettrica.
Si è parlato anche di Ferrari, sempre Elkann (presidente del Cavallino) ha sottolineato che «con la nomina di Louis Camilleri sono contento di poter dare una corretta leadership alla società di Maranello, è una persona di grande talento ed esperienza, capace di affrontare e risolvere situazioni complesse». Spera di costruire un futuro all’altezza del passato, innalzando le qualità e lo spirito di squadra. Ferrari è valutata in borsa 24 miliardi di euro, di poco inferiore ai 26 miliardi dell’intera Fca. Exor, la partecipata di Ferrari e Fca, oggi è un conglomerato finanziario che si occupa non solo di industria ma anche di assicurazioni, di editoria, di marketing, non dipende più esclusivamente dall’auto, sempre più esposta a turbolenze sociali che richiedono, come contropartita, costanti e ingenti investimenti.
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