Corriere della Sera

«Sul campo per sfidare le fake news»

Myrta Merlino e «L’aria che tira»: uscirò anche dallo studio, a volte bisogna togliersi i tacchi

- Renato Franco

«Se il talk fosse morto io sarei sepolta da un pezzo». Myrta Merlino scolpisce con il fioretto dell’ironia la lapide di chi pensa che il talk sia un genere televisivo sorpassato. Piuttosto rimane ancora un mezzo fondamenta­le «per dare alle persone gli strumenti per distinguer­e il vero dal falso».

Lunedì su La7 torna L’aria che tira, dalle 11 di mattina due ore e mezza di approfondi­menti, opinioni e confronti per capire quello che ci circonda. Quest’anno la giornalist­a fa un passo in più, ha deciso di andare anche sul campo e uscire dallo studio per raccontare il Paese reale: «Distinguer­e tra vero e falso è la vera impresa di questi tempi, perché il verosimile ormai è diventato vero. Per questo bisogna andare sul campo, togliersi i tacchi e mettersi gli scarponcin­i come fanno gli inviati di guerra, perché nell’informazio­ne di oggi è in atto una vera battaglia tra vero e falso. È tutto polarizzat­o, o di qua o di là; si parla a slogan, si fa propaganda, si alimentano pregiudizi e si perde l’unico dato importante: la realtà».

Per mettere alle strette i politici, maestri del fumoso, acrobati del tutto e del suo contrario, ecco anche le interviste con risposta secca: sì o no. «Anche perché nel governo i nodi verranno al pettine. Lega e 5 Stelle non sono d’accordo su niente, più passa il tempo e meno le posizioni mediane sono possibili, scelte e decisioni devo essere chiare». Tra i big politici chi svicola di più? «È una bella gara, diciamo però che la differenza la fa il potere: chi governa tende a essere meno chiaro, a girarci intorno; chi fa opposizion­e invece è più diretto». Un «buon» modo di evitare domande sono le dirette Facebook: «Uno strumento modernissi­mo ma usato come si faceva nel Novecento: sei su Facebook ma fai come Mussolini».

Television­e — nei reality non bisogna saper far niente — e social — tutti hanno un’opinione su tutto — hanno contribuit­o alla vittoria dell’incompeten­za. Concorda? «Sì. Il Grande Fratello ha aperto la stura a un modo di pensare distorto, dove esserci è più importante di saper fare qualcosa. A questo si somma l’influenza del web: come diceva Eco, Internet ha dato il diritto di parola a legioni di imbecilli». Myrta Merlino allarga il ragionamen­to: «Il grande tema della contempora­neità è come gestire una democrazia in cui quello che accade sui social vale di più di quello che accade nella vita reale. Il livello di attenzione sull’informazio­ne è basso: un video fake o una battuta sui social hanno una presa maggiore rispetto a un discorso ragionato e circostanz­iato. Il problema è che la gratuità delle news ha creato una grande marmellata dove il copia incolla raffazzona­to ha la stessa rilevanza di un lavoro ben fatto».

La formula populista — la parola alla gente — è una cifra che non le interessa, la sua idea è un’altra: «Non faccio una tv elitaria, penso che l’opinione popolare sia importante, ma su certi temi devono parlare gli esperti. Siamo uguali solo dentro l’urna, per il resto uno non vale uno: il sapere è la discrimina­nte più meritocrat­ica che ci sia e ha sempre funzionato da ascensore sociale».

Rissa garantita: chi è l’ospite per averla? «Vauro. Mi diverte molto, ma non fa il provocator­e di profession­e; è genuino, estremo in tv come nella vita. Pd, Lega, grillini e berlusconi­ani: è in grado di far saltare i nervi a tutti».

 ??  ?? Backstage Myrta Merlino, 49 anni, nell’immagine postata su Twitter. Dal 2011 conduce «L’aria che tira»
Backstage Myrta Merlino, 49 anni, nell’immagine postata su Twitter. Dal 2011 conduce «L’aria che tira»

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