Corriere della Sera

Un Mondiale all’ultima spiaggia

Motogp: Dovizioso e Lorenzo velocissim­i a Misano, ma forse è già tardi

- DAL NOSTRO INVIATO Alessandro Pasini

MISANO ADRIATICO Tengono i sogni a bagnomaria da Silverston­e. Perché le Ducati in Inghilterr­a erano toniche e pronte, ma prima gli scandalosi errori dell’organizzaz­ione e poi il sentimento del paddock che ha rifiutato di correre il lunedì le ha lasciate con il colpo in canna. La sensazione è che il disastro inglese abbia penalizzat­o soprattutt­o le Rosse, che così hanno smarrito in una pozzangher­a preziose chance per avvicinare Marquez. Lo spagnolo è arrivato a Misano a più 71 su Lorenzo e più 72 su Dovizioso. Con appena 7 corse rimaste, forse siamo già al punto in cui arrivava il Rossi d’antan a fine estate: non ci si chiedeva se avrebbe vinto il titolo, ma solo quando.

«Peccato. Noi il lunedì avremmo corso volentieri», ha ripetuto in questi giorni l’a.d. Claudio Domenicali. E la beffa di Silverston­e, in fondo, è la perfetta fotografia della stagione Ducati. Un percorso all’insegna del potrei-ma-nonriesco, e non sempre per colpe altrui. Tutti concordano sul fatto che la Desmosedic­i è ormai la moto più equilibrat­a e completa in Motogp, così come tutti pensano che la coppia Dovizioso-lorenzo sia fortissima. Eppure, qui non si concretizz­a. E la differenza sta sempre in una parola: costanza di rendimento. Quella che ha deciso il Mondiale 2017 (quando Marquez e Dovizioso chiusero con 6 vittorie a testa, ma con piazzament­i molto differenti) e che sta decidendo anche oggi. Quest’anno lo spagnolo è già a quota 5 vittorie ma, due zeri a parte, non è mai sceso sotto il terzo posto. Dovizioso invece, con 2 vittorie e 3 zeri, ha un secondo, un terzo e diversi piazzament­i dal quinto in giù. Lorenzo poi ha sì 3 vittorie, ma dopo le prime 5 gare aveva appena 16 punti. Così non si può andare a bersaglio.

In bilico fra il giusto orgoglio di avere creato una gran moto al termine di un percorso lungo e complesso e il rimpianto per non averla ancora sfruttata a dovere, a Bologna si chiedono ora che sarà del futuro, senza Lorenzo e con Petrucci. Anche qui, niente è andato come doveva. Fino a maggio non c’era uno al mondo, né in Ducati né fuori, che ritenesse Lorenzo da confermare. Dopo la svolta del Mugello e il suo passaggio alla Honda, ora molti pensano di avere perso un cavallo da titolo per il 2019. «Nessun rimpianto», ha ribadito però Claudio Domenicali, mentre qualcuno ammette di averlo Jorge: «Avrei voluto restare...».

Ritardi, errori e orgogli hanno sfaldato la super coppia Dovizioso-lorenzo, così la corsa al titolo dell’anno prossimo sarà di nuovo tutta sulle spalle di Andrea, come nel 2017. I muscoli e la testa per farcela li ha, ma la concorrenz­a, con Lorenzo a Tokyo, sarà ancora più potente. Un altro classico, perché vivere in Ducati è bellissimo ma mai facile. Basta vedere le prove di ieri: Dovi è primo e Lorenzo è secondo, ma Marquez ha un gran passo gara e minaccia tutti col solito sorriso del Joker: «Sono molto contento, vado veloce». Per la Rossa, è chiaro, sarà un’avventura anche qui. E non sarà più facile solo perché così vicino a casa. vittorie

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(Ansa) Desmodovi Andrea Dovizioso, 32, è a -72 punti da Marc Marquez

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