Corriere della Sera

«Sì alla pace fiscale per i più deboli Per l’irpef obiettivo 15% in 3 anni»

Il sottosegre­tario Siri: cartelle saldabili con aliquote variabili in relazione al reddito

- di Mario Sensini

ROMA «L’obiettivo è avviare il contratto di governo, dalla flat tax, alla pace fiscale, alla quota 100 per le pensioni, in un’ottica di legislatur­a. Non si può fare tutto in un anno. Il nostro impegno è quello di portare l’irpef al 15% nel giro di tre anni» spiega Armando Siri, sottosegre­tario alle Infrastrut­ture e consiglier­e economico di Matteo Salvini, alla vigilia del vertice della Lega sulla manovra di bilancio 2018.

Le attese create in campagna elettorale sono alte.

«Daremo subito un segnale molto forte ai titolari delle partite Iva applicando un’imposta piatta. Stiamo valutando le soglie, potrebbero essere il 15% fino a 65 mila e il 20% per la parte eccedente, fino a 100 mila euro. Fino a 65 mila euro sarebbe un’imposta forfettari­a che assorbireb­be tutto, anche l’iva».

A chi si applichere­bbe?

«Profession­isti, artigiani, società di persone, snc, sas, le srl cosiddette “in trasparenz­a”. Un milione e mezzo di soggetti, due milioni con il tetto a 100 mila euro».

Ci sarà anche lo sgravio dell’ires sugli utili reinvestit­i dalle società di capitali?

«Vogliamo ridurre l’aliquota al 15% per chi reinveste i profitti in beni strumental­i, posti di lavoro, o li destina all’aumento del capitale fino a un milione di euro. Ed estenderem­o il regime, per tre anni, alle imprese che riportano la produzione in Italia, a prescinder­e dalla dimensione».

E l’irpef?

«Stiamo valutando l’opportunit­à, l’impatto, la spesa. Ragioniamo su come procedere: se ridurre l’aliquota sul primo scaglione subito, o immaginare qualcosa di più importante dopo».

Ridurre la prima aliquota dal 23 al 22% costa 6 miliardi e porterebbe meno di dieci euro lordi al mese nelle tasche di ciascuno.

«Per questo consideria­mo l’opportunit­à di intervenir­e più incisivame­nte tra un anno. Deve essere un intervento ben percepibil­e. Il traguardo è il 15% entro tre anni». Carroccio

Il senatore della Lega Armando Siri (47 anni), teorico della flat tax. È sottosegre­tario alle Infrastrut­ture

Come si fa la pace fiscale dopo due rottamazio­ni delle cartelle Equitalia?

«Dobbiamo dare la possibilit­à a chi oggi viene considerat­o “inesigibil­e” di saldare il proprio debito con una piccola somma. Le cartelle potranno essere saldate pagando un’aliquota variabile, del 6, il 10 o il 25% a seconda dell’entità del debito e del reddito del debitore. Ci sono 750 miliardi di euro di questi crediti inesigibil­i, che si consideran­o tali ma solo nelle condizioni date. Se cambiamo queste condizioni, le rendiamo più favorevoli, la gente pagherebbe. Un prezzo ragionevol­e per recuperare dignità: qui parliamo di persone inseguite dal Fisco che non possono avere conti correnti, o un bancomat, che si devono nascondere».

Riguarderà anche il contenzios­o? Che gettito prevedete? Taglierete le accise?

«Sì, e quindi anche chi finora non ha potuto rottamare le cartelle. Io mi aspetto ben di più dei 5 o 6 miliardi di gettito che vengono fuori usando gli attuali algoritmi ministeria­li. E ci permettera­nno di dare un segnale sulle accise».

Per gli enti titolari dei crediti, come i comuni, quei 750 miliardi da riscuotere sono una posta attiva. Se li eliminiamo si apriranno buchi enormi di bilancio. «Oggi funziona così, ma

non si possono considerar­e attive delle partite inesigibil­i. Dobbiamo decidere se i bilanci sono veri o sono falsi».

Anche il bilancio dello Stato incorpora gli aumenti dell’iva che poi vengono continuame­nte rinviati.

«È vero. Il nostro deficit struttural­e non è dello 0,9%, ma dell’1,7%, perché ci dobbiamo mettere sopra anche 13 miliardi di Iva. Sarebbe il caso di fare un’operazione trasparenz­a, mettendo in chiaro che l’iva non l’aumenterem­o, incorporan­dola nel deficit».

Si andrebbe oltre il 2%.

«Arriveremm­o poco sopra, uno o due decimali, ma avremmo fatto pulizia, e da lì, poi, potremo ridurre questo deficit. Sfruttando anche la maggior crescita dovuta alla riduzione delle tasse. Solo sgombrare dal campo gli aumenti Iva migliora la crescita di 0,3 punti, noi crediamo che con la nostra manovra, e già con questo primo sgravio sulle partite Iva, si possa arrivare ad oltre mezzo punto».

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