Mamma mia!
Non esistono gesti indifendibili, ma gesti che solo una madre può difendere. In un’intervista, la signora Sabrina Fenati riconosce che il figlio Romano ha indubbiamente sbagliato a tentare di sopprimere un motociclista rivale strizzandogli la leva del freno a duecento all’ora sul rettilineo del circuito di Misano, però. Non c’è vera mamma senza un però. Però era stato provocato, però si sa che ha un caratterino, però chi lo critica si comporta peggio di lui. Fino alla madre di tutte le frasi materne: però lui è tanto buono.
Non esiste editorialista meno obiettivo di una madre, né avvocato più protettivo e soprattutto disinteressato. Una madre non pretende altra ricompensa che la possibilità di intercedere in esclusiva per i peccati del figlio presso la giustizia divina, proteggendolo furiosamente da quella terrena, che lei sola può amministrare in un’alternanza di bronci e buffetti, sorrisi e lacrime che chiedono soltanto di essere asciugate. Gli illuministi si chiedevano che cosa sarebbe stata la religione cristiana senza la Madonna. Ma bisogna chiedersi che cosa sarebbe la nostra vita senza la mamma, che castiga in privato e perdona in pubblico, e poi anche in privato. L’abbraccio di una madre al figlio che sbaglia è come certi processi all’italiana: non contempla mai un verdetto chiaro e definitivo di condanna. Il guaio è che il mondo adulto è pieno di narcisi e vittimisti che pretendono di essere trattati da tutti come dalle loro madri.