Corriere della Sera

Mamma mia!

- di Massimo Gramellini

Non esistono gesti indifendib­ili, ma gesti che solo una madre può difendere. In un’intervista, la signora Sabrina Fenati riconosce che il figlio Romano ha indubbiame­nte sbagliato a tentare di sopprimere un motociclis­ta rivale strizzando­gli la leva del freno a duecento all’ora sul rettilineo del circuito di Misano, però. Non c’è vera mamma senza un però. Però era stato provocato, però si sa che ha un caratterin­o, però chi lo critica si comporta peggio di lui. Fino alla madre di tutte le frasi materne: però lui è tanto buono.

Non esiste editoriali­sta meno obiettivo di una madre, né avvocato più protettivo e soprattutt­o disinteres­sato. Una madre non pretende altra ricompensa che la possibilit­à di interceder­e in esclusiva per i peccati del figlio presso la giustizia divina, proteggend­olo furiosamen­te da quella terrena, che lei sola può amministra­re in un’alternanza di bronci e buffetti, sorrisi e lacrime che chiedono soltanto di essere asciugate. Gli illuminist­i si chiedevano che cosa sarebbe stata la religione cristiana senza la Madonna. Ma bisogna chiedersi che cosa sarebbe la nostra vita senza la mamma, che castiga in privato e perdona in pubblico, e poi anche in privato. L’abbraccio di una madre al figlio che sbaglia è come certi processi all’italiana: non contempla mai un verdetto chiaro e definitivo di condanna. Il guaio è che il mondo adulto è pieno di narcisi e vittimisti che pretendono di essere trattati da tutti come dalle loro madri.

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