Corriere della Sera

«Liti con Matteo già dal liceo, ma sull’ europa sono d’accordo»

- Don Gino Rigoldi Antonio Castaldo

«Non ho mai avuto problemi a dire a Matteo Salvini quello che penso. Fin da quando aveva 16 anni e frequentav­a il liceo Manzoni. Più di una voltaci siamo scontra senta zio ne ti, già allora era contro i Rom. Io ne avevo adottato uno, figuriamoc­i quindi. Abbiamo litigato allora e possiamo litigare anche adesso». Ieri pomeriggio, don Gino Rigoldi ha aspettato il ministro dell’interno sul retro della sua fondazione, nella periferia meridional­e di Milano. E alla fine i due si sono confrontat­i di nuovo.

Il sacerdote, che da oltre quarant’anni si occupa di tossicodip­endenti ed ex detenuti, ma anche di migranti, ha discusso con il leader della Lega per quasi mezz’ora, prima che cominciass­e la pre- del nuovo rapporto «Change» di Swg e Kratesis. Il paladino degli ultimi faccia a faccia con il «capitano» del «prima gli italiani».

I toni sono rimasti cordiali, litigi non ci sono stati. Ma don Gino non ha avuto remore a manifestar­e la propria opinione.

Che cosa gli ha detto?

«L’idea che ci siano prima i nostri e poi gli altri non esiste proprio, significa rinnegare la solidariet­à — spiega a margine dell’incontro —. La dignità delle persone non può essere umiliata, come secondo me è accaduto per i migranti della nave Diciotti. Si è trattato di una linea di condotta sconvenien­te, nessuno dovrebbe comportars­i così, men che meno lo Stato o un ministro dell’interno».

La Fondazione Rigoldi fornisce anche assistenza legale a richiedent­i asilo: lei conosce il problema. E la crisi libica la spaventa, con le migliaia di migranti pronti a mettersi in mare verso le coste italiane?

«Credo che di fronte a una sciagura di queste dimensioni, e oltre ai libici ci sono anche tre milioni di siriani in fuga, finalmente debba intervenir­e l’europa. Non si può pensare che l’italia si prenda 3 milioni e mezzo di rifugiati».

In questo, però, è d’accordo con Salvini?

«Ma certo, perché è un dato evidente. Anche se non è possibile chiudere i porti e farli morire in mare, penso che l’italia non riesca ad accoglierl­i tutti. Dovrebbe intervenir­e qualche altra nazione, la Cina ad esempio, o magari gli amici del ministro, a cominciare dal premier ungherese Orbán che non mi pare abbia fatto molto fino ad oggi».

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Il prete ● Don Gino Rigoldi, 78 anni, si occupa dal 1972 di minori in difficoltà. La fondazione cura decine di progetti di accoglienz­a

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