Corriere della Sera

«La Lega restituisc­a il maltolto» Gli strali di Di Battista sugli alleati

«Non fermino l’anticorruz­ione». Di Maio attacca i giornali. La Fieg: accuse false

- Giovanna Cavalli

ROMA La lunga vacanza-reportage non l’ha ammansito. «La Lega deve restituire il maltolto fino all’ultimo centesimo», sostiene Alessandro Di Battista in collegamen­to transocean­ico dal Guatemala con Lilli Gruber per la trasmissio­ne Otto e mezzo su La7, parlando dei 49 milioni di rimborsi elettorali non dovuti ma riscossi.

«Se fossi un militante leghista gli chiederei di restituirl­i, perché quei quattrini sono dei cittadini,anche miei», contesta l’ex parlamenta­re Cinquestel­le, in camicia bianca al sole, davanti al vivaio indigeno per cui fa volontaria­to. «Comincino i parlamenta­ri trombati a dare indietro l’assegno di fine mandato, come ho fatto io. Le sentenze si rispettano», conclude senza troppe cerimonie verso l’alleato di governo («La Lega non mi è mai piaciuta particolar­mente»). Anzi, interpella­to sui sondaggi che certifiche­rebbero il sorpasso verde, teorizza: «Salvini è pompato dal sistema mediatico in maniera vergognosa, pure se beve un caffé, perché il M5S fa molta più paura. A qualcuno fa comodo descriverc­i come quattro sfigatelli che si fanno dettare l’agenda da lui, non è così. Se la Lega volesse fermare la nazionaliz­zazione di Autostrade e il decreto anticorruz­ione si sputtanere­bbe».

Il vicepremie­r e ministro dell’interno gli risponde con la flemma bonaria che riserva ai contestato­ri: «Se fossi in Guatemala passerei il tempo in maniera più ludica. Peccato che non sia in Parlamento, se fosse ministro come Luigi Di Maio, con cui lavoro benissimo, forse avrebbe tanto tempo per lavorare e meno tempo per parlare». E le esternazio­ni dibattisti­ane se le spiega così: «Mi sa che è una roba interna ai Cinquestel­le».

Escluso di candidarsi alle Europee, Di Battista proclama fedeltà al vicepremie­r Di Maio: «Rientro a dicembre, ma non sono il salvatore della Patria, se dovessi tornare in prima linea sarei legato indissolub­ilmente a Luigi, perché la pensiamo allo stesso modo, insieme funzioniam­o bene». Lo promuove sulla questione Ilva: «Nella condizione data ha ottenuto il massimo, avrebbe voluto fermare la gara ma non ha trovato modo». Intanto Di Maio attacca i giornali: «L’operazione di discredito verso questo governo continua senza sosta, gli editori hanno le mani in pasta ovunque, autostrade, telecomuni­cazioni, energia, acqua, hanno dato ordine di attaccare il M5S con falsità e illazioni. Bisogna fare una legge perché gli editori siano puri». Replica Andrea Riffeser Monti, presidente della Fieg: «Rigettiamo con forza queste affermazio­ni e ribadiamo la pronta ed immediata disponibil­ità ad un serio confronto in Parlamento».

Salvini è pompato in maniera vergognosa pure se beve un caffè perché il M5S fa molta più paura

La replica

Salvini: se facesse il ministro, avrebbe tanto tempo per lavorare e meno per parlare

Le distanze

L’ex deputato: le sentenze si rispettano, il Carroccio non mi è mai molto piaciuto

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