Corriere della Sera

«Il test di inglese? Scoperto solo 20 giorni fa»

- Virginia Piccolillo

Adesso è tutto chiarito. Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha detto chiaro che rinuncia a concorrere per la cattedra di Diritto privato all’università La Sapienza. Ma ieri mattina c’erano stati momenti di forte imbarazzo nella Facoltà di Giurisprud­enza, quando ai due candidati presenti, Giovanni Perlingier­i dell’università di Napoli e Mauro Orlandi della Cattolica di Milano è stata prospettat­a una situazione inattesa.

«C’è stato comunicato che l’altro candidato, il professor Conte, non sarebbe venuto per un legittimo impediment­o: impegno istituzion­ale. E c’è stato fatto scegliere se fare subito la prova o contestual­mente. Abbiamo chiesto anche noi lo slittament­o per fare il test contestual­e, riservando­ci di valutare la legittimit­à di quel rinvio», spiega, all’uscita, senza polemiche, Perlingier­i.

La stranezza di un legittimo impediment­o che faceva bloccare l’intera macchina del concorso, rinviando il test, del resto non era stata l’unica ad attirare l’attenzione. La stessa prova di inglese era giunta un po’ a sorpresa. «Il profilo prevedeva la conoscenza dell’inglese giuridico, ma nel bando non c’era. Abbiamo scoperto 20 giorni fa che oltre alla valutazion­e per titoli avremmo sostenuto anche il colloquio in inglese su una nostra pubblicazi­one (scritta in italiano). Perfettame­nte legittimo, intendiamo­ci, anche se più consueto nei corsi di Diritto internazio­nale o comparato, piuttosto che in quello di Diritto privato, da svolgere in italiano per futuri magistrati, avvocati e notai italiani». A dissipare i sospetti, infine, l’annuncio di Conte.

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