Corriere della Sera

«L’italia è strategica, Berlino non la lascerà isolata in Europa»

- di Paolo Valentino DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE

BERLINO «Io penso che il rapporto tra Italia e Germania sia uno dei rapporti strategici fondamenta­li dell’unione europea e quindi è fondamenta­le da ambedue le parti investire in esso. Bisogna capire l’impegno reciproco verso l’europa, a Berlino sappiamo benissimo che l’italia è uno dei soci più importanti della Ue e uno dei partner principali per noi. Su questa linea vogliamo lavorare con il governo italiano e con la società civile, perché molti problemi sono spesso frutto di malintesi o di scarsa conoscenza».

Viktor Elbling è da ieri il nuovo ambasciato­re tedesco in Italia. Diplomatic­o di carriera, 59 anni, viene direttamen­te da Città del Messico, dove ha rappresent­ato la Germania negli ultimi quattro anni. Grazie alla madre italiana, ha una totale padronanza della nostra lingua, che parla con impercetti­bile accento emiliano.

Ambasciato­re, l’immigrazio­ne è il punto dolente dei rapporti dell’italia con l’europa. Cosa intende fare la Germania per venire incontro alle legittime richieste del governo italiano?

«Mi sembra evidente, e noi lo abbiamo detto molto chiarament­e, che per troppo tempo l’italia è stata lasciata da sola sul tema dell’immigrazio­ne. È necessario adeguare le regole alla situazione attuale, capendo che l’impegno dell’italia e dei Paesi che sono primo punto di arrivo dei migranti è stato enorme e come europei dobbiamo sostenerli di più e meglio. La Germania lo ha fatto in diverse occasioni e siamo disposti a farlo anche in futuro».

Come giudica Berlino le intenzioni espresse dal governo di Roma a proposito del prossimo Def?

«La nostra posizione rimane quella che le regole europee vanno rispettate e mantenute. Siamo però disposti a vedere quali possibilit­à esistono per venire incontro ai partner, favorendo lo sviluppo economico anche in Paesi come l’italia dove i ritmi della crescita sono più bassi. Noi ci sentiamo comunque rincuorati dalle dichiarazi­oni del ministro Tria, il quale ha detto che verranno rispettati i parametri europei. È un segnale importante per noi e per l’europa».

Ma perché la Germania viene percepita come un Paese che pretende sempre di dire agli altri la cosa giusta da fare? Un ex ministro degli Esteri, Sigmar Gabriel, in tono autocritic­o parla di rigorismo moralista.

«Penso che una delle criticità della nostra relazione sia quella di conoscerci poco, molto meno di quanto crediamo. Noi non conosciamo il volto moderno dell’italia e gli italiani non conoscono quello moderno della Germania. Noi tedeschi siamo autocritic­i, ma è vero che siamo anche critici verso chi ci è vicino, sia pure in modo amichevole. E non sempre nel formulare le nostre critiche siamo abili o sensibili al modo in cui vengono percepite. A me piacerebbe arrivare a una conoscenza più profonda, c’è molto lavoro da fare nei due sensi. A Berlino c’è grande apertura nel sottolinea­re l’importanza strategica dell’italia per la Germania».

Lei è tedesco, ma sembra che nel calcio abbia una doppia lealtà. È vero?

«È vero che quando giocano Italia e Germania, come diceva Goethe, dentro di me battono due cuori. Ma negli appuntamen­ti importanti vince sempre l’italia. Quanto ai club, la lealtà è tripla: la mia prima squadra del cuore è l’inter perché da piccolo ho vissuto a Milano. Poi vengono l’atletico di Bilbao e l’hertha di Berlino».

Sappiamo benissimo che l’italia è uno dei soci più importanti della Ue e uno dei partner principali per noi. Vogliamo lavorare con il governo italiano e con la società civile, perché molti problemi sono spesso frutto di malintesi Viktor Elbling

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