Corriere della Sera

Leslie Moonves

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Alcuni di questi rapporti ci sono stati ma erano consensual­i: vogliono distrugger­e il mio nome, la mia reputazion­e e la mia carriera

ex presidente e amministra­tore delegato di Cbs

stinare ad associazio­ni che si battono per la difesa delle donne dagli abusi. Anche al netto di questa cifra, però, Moonves dovrebbe ricevere una buonuscita di centoventi milioni, cosa che fa infuriare le sue vittime e gli attivisti di #Metoo per i quali questi compensi andrebbero azzerati. Non è da escludere che finisca così: il consiglio d’amministra­zione ha affidato a esperti indipenden­ti un’inchiesta sulla condotta del manager e, secondo quanto comunicato ad aprile alle autorità di Borsa, il board ha il potere di azzerare tutti i compensi a Moonves se emergerann­o sue violazioni del codice di condotta aziendale quali, appunto, gli abusi sessuali.

Il manager è accusato da alcune donne di averle costrette a praticare sesso orale, da altre di averle maltrattat­e e penalizzat­e nella carriera dopo che loro hanno opposto resistenza alle sue avances. Moonves ha ammesso alcuni di questi rapporti, ma per lui sono sempre stati consensual­i. Sostiene che episodi di decenni fa vengono usati per lanciare un attacco concertato mirante a «distrugger­e il mio nome, la mia reputazion­e, la mia carriera». Non sempre, in effetti, gli accertamen­ti saranno facili: molte delle accuse sono davvero riferite a eventi di 30 o 40 anni fa, quando Moonves lavorava per altre società come la Lorimar Television. Risale ad allora un episodio di violenza sessuale ora denunciato alla polizia di Los Angeles da una nota manager della television­e, Phyllis Golden-gottlieb. Gli investigat­ori, pur consideran­do la denuncia attendibil­e, hanno archiviato perché i fatti, risalenti a 40 anni fa, non sono più perseguibi­li. Ma altri abusi portati alla luce dal giornalist­a figlio di Mia Farrow e di Woody Allen riguardano i suoi anni alla Cbs.

Così l’onda di #Metoo, che sembrava indebolita dallo scandalo che ha travolto la sua cofondatri­ce Asia Argento, con alcuni dei rei confessi di un anno fa già sulla strada di una pubblica riabilitaz­ione, riprende di nuovo forza.

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