Un bando da 37 milioni per la Tav La sfida allo stop di Toninelli
Ripartono le gare. Per il ministro ogni avanzamento è «un atto ostile»
TORINO La Tav Torino-lione non si ferma allo stop del ministro Danilo Toninelli. Anzi. Riparte con l’assegnazione dei lavori, nonostante l’avvertimento, neanche un mese fa, del titolare del dicastero alle Infrastrutture e ai Trasporti: «Considereremo quale atto ostile ogni avanzamento dell’opera prima che arrivi una scelta da parte del governo», aveva tuonato Toninelli. Ma la scelta definitiva oggi ancora non c’è. E ieri Telt, la società italo-francese incaricata di realizzare l’opera, ha pubblicato in Gazzetta Ufficiale i bandi, del valore dei 37 milioni di euro, per l’esecuzione del Piano di monitoraggio ambientale dei cantieri italiani della nuova linea ferroviaria. Un passo in avanti interpretato da Toninelli come una forzatura, quasi un guanto di sfida al governo. Che infatti, secondo quanto trapela da fonti vicine al ministro, potrebbe rispondere già oggi con dei provvedimenti. Perché domani si insedierà a Roma la commissione guidata dal professore «anti Tav» Marco Ponti, ex docente del Politecnico di Milano, a capo di una task force di esperti di trasporti che dovrà esprimere un parere su costi-benefici delle grande opere in cantiere in Italia. Tra queste, in cima alla lista, c’è l’alta velocità Torinolione. Prima del giudizio dei tecnici, che non arriverà prima di Natale, Toninelli si sarebbe aspettato la sospensione di nuovi bandi e nuovi lavori. E invece Telt ha tirato dritto con il bando sul monitoraggio ambientale.
In ballo, in questi giorni, c’è il mega-appalto da 2,3 miliardi di euro per la realizzazione del tunnel di base di 57,5 chilometri della ferrovia ad alta velocità Torino-lione. Dopo la richiesta del ministro di stop all’avanzamento dei lavori, i vertici di Telt si sono mossi con prudenza, e, per evitare lo scontro, hanno congelato fino alla fine dell’estate l’iter procedurale per l’assegnazione dei cantieri. Approfittando del periodo di stallo per mediare con la parte di governo più favorevole all’opera, quella a trazione leghista, e di ricucire i rapporti anche con il M5S, che però rimane fermo all’idea di valutare l’opera e poi decidere.
L’ennesima revisione della Tav ha provocato il malcontento e le reazioni del mondo industriale, in attesa dell’infrastruttura da 30 anni. «Il governo la smetta di traccheggiare, quello che pesa di più alle imprese è l’incertezza», ha detto Fabio Ravanelli, presidente di Confindustria Piemonte, tra i promotori del convegno di domani a Torino
I controlli Domani si insedierà alle Infrastrutture la commissione per la verifica costi-benefici
che riunirà, insieme al leader di Confindustria Vincenzo Boccia, gli imprenditori del Nord: dalla Lombardia al Veneto, Liguria e Trentino Alto Adige. Tutti insieme per fare quadrato attorno alla Tav. «Alla fine mi auguro che prevarrà il buon senso come è successo per l’ilva — spiega Ravanelli — il rischio che la Torino-lione si fermi non c’è. Si sono già spesi 1,5 miliardi per studi e progetti, cofinanziati dalla Ue, il 14% delle gallerie è già scavato, c’è un accordo internazionale con la Francia. Non credo si possa tornare indietro».