Da sudditi a cittadini, il destino delle nazioni
Un convegno degli storici contemporaneisti. Cammarano: lo studio del passato viene messo da parte, è un errore
In tempi di risorgenti sovranismi un compito della storiografia è affrontare il problema di come si formano, si consolidano e a volte si disgregano le identità dei popoli e delle classi dirigenti. Per questo la Società italiana per lo studio della storia contemporanea (Sissco), diretta da Fulvio Cammarano, ha organizzato a Varese un convegno sul tema Cittadinanza e narrazioni nazionali.
L’incontro comincia domani e si conclude venerdì 14 settembre presso l’aula magna dell’università dell’insubria (via Ravasi 2). La prima sessione parte alle 15 ed è dedicata ai diritti, la cui concessione (o al contrario la negazione) è sempre stata uno strumento privilegiato d’integrazione delle masse da parte del potere politico. Tra i relatori: Gia Caglioti, Mariuccia Salvati, Luigi Bonanate. Giovedì si parlerà degli spazi geopolitici e del modo in cui sono state costruite le diverse narrazioni nazionali. Ne parleranno tra gli altri: Marco Bellabarba, Maria Cristina Ercolessi, Marco Buttino, Carlotta Sorba, Ilaria Porciani, Arnaldo Testi.
Nella giornata conclusiva si parlerà dei conflitti tra diverse versioni della storia che contribuiscono a definire le identità culturali, con particolare riferimento ai casi dell’italia (le «questioni» meridionale e settentrionale) e della Catalogna. Interverranno Jordi Canal, Carmine Pinto, Quinto Antonelli, Marco Almagisti, Alessandro Portelli.
«Lo studio del passato — osserva Cammarano — è essenziale per capire come si evolve il mondo. Ma la storia in Italia viene trascurata ed emarginata, perché mostra quanto le questioni siano complesse, mentre oggi si esigono risposte semplici, immediate, per le quali ci si rivolge alle scienze sociali. Il risultato è che nell’università italiana dal 2007 al 2017 le posizioni strutturate di discipline storiche si sono ridotte del 32 per cento: una tendenza allarmante».