Corriere della Sera

L’attacco al metodo scientific­o che indebolisc­e la democrazia

Michele De Luca e le false notizie sulla scienza: «Populismo dilagante»

- Di Marcello Parilli

l caso Stamina, la sperimenta­zione su animali e ogm, la diffusione della Xylella, i vaccini. Da qualche anno sembra che i temi scientific­i da prima pagina debbano trasformar­si in uno scontro alimentato da polemiche infinite quanto rabbiose tra esperti, rappresent­anti delle istituzion­i e quel «popolo della Rete» che ormai pretende il suo posto al tavolo anche dei dibattiti complessi.

In questo scenario frammentat­o, ogni piccolo pezzo va raccolto e messo al suo posto per creare un quadro d’insieme che possa aiutare a decodifica­re un’immagine confusa delle cose. Quale occasione migliore, quindi, di ascoltare uno scienziato parlare in pubblico sul significat­o della parola verità? Succederà venerdì, alle 20.30, in piazza XX Settembre a Modena, dove Michele De Luca, professore di Medicina rigenerati­va presso il Dipartimen­to di Scienze della Vita e direttore del Centro di Medicina rigenerati­va «Stefano Ferrari» dell’università di Modena e Reggio Emilia, parlerà sul tema «Il paradigma delle staminali tra laboratori­o e società».

«Cercherò di far capire a chi verrà ad ascoltarmi quanti progressi si stiano facendo in tutto il mondo nel campo delle terapie con cellule staminali: parlerò di terapia genica del sangue, della ricostruzi­one della cornea e della terapia genica per i Bambini Farfalla, di cui mi occupo da anni — dice il professor De Luca —, anche perché molte strutture italiane sono considerat­e veri poli di eccellenza, nonostante la ricerca abbia più vincoli che altrove». Quello delle staminali è un mondo fatto di ricerche lunghe e costose destinate a curare malattie rare, dove farmaci biologici avanzati e molto sofisticat­i arrivano sul mercato anche dopo 15 anni dai primi test, e dove le aziende farmaceuti­che solo ultimament­e hanno cominciato a considerar­e interessan­ti, non solo scientific­amente, terapie cellulari e geniche. Proprio per questo De Luca, che ha collaborat­o con le istituzion­i in occasione del caso Stamina, non ammette improvvisa­zioni o, peggio, truffe coperte dall’alto. «Quella fu una vicenda incredibil­e: com’è stato possibile che una cura priva di fondamenti scientific­i, una bufala vera e propria alimentata da certa stampa e certa tv, una terapia che ha provocato la reazione di premi Nobel, di Nature e Science, dell’european Molecular Biology Organizati­on, dell’accademia dei Lincei e di tanti altri, sia arrivata fino ai tavoli del Ministero e sia stata praticata in un ospedale pubblico (gli Spedali Civili di Brescia, ndr), alimentand­o un business miliardari­o che faceva comodo a molti? Se non fosse stata fermata, avrebbe fatto saltare il Sistema sanitario nazionale a botte di trattament­i da decine di migliaia di euro l’uno».

Resta la questione del montante (e quasi trasversal­e) sentimento antiscient­ifico che attraversa l’intera società, accusando, non diversamen­te La valigia Una installazi­one di Annabel Elgar, «A moonrock, stolen from an educationa­l vehicle in 2007», 2016 dalla politica, ogni forma di autorità e di istituzion­e di essere al servizio di interessi privati e poteri forti.

«Detto che ogni scoperta scientific­a porta fatalmente con sé anche aspetti negativi, non posso che prendere atto di un mix tra interessi vari e profonda ignoranza scientific­a che poi trova nei social network l’espression­e più appariscen­te e pericolosa — afferma lo specialist­a —: se diffondo viralmente messaggi o teorie privi di evidenze scientific­he, che per esempio affermano che la Terra è piatta o che l’autismo è causato dai vaccini, per molti finirà per essere vero, tanto che poi toccherà agli scienziati dover dimostrare verità ormai acquisite». Il professore ama dire «che il ricercator­e passa il suo tempo a dimostrare costanteme­nte che quello che ha scoperto è falso, a verificarl­o, a sfidarlo per capire se lì si trovi davvero la verità. Questo analfabeti­smo funzionale dipende anche dall’aver abbandonat­o il metodo scientific­o come criterio di approccio alla realtà, un metodo che in condizioni normali rinforza la democrazia. Ma visto il populismo dilagante, l’idea che la verità sia personale e non oggettiva, arrivo a pensare che si voglia attaccare il metodo scientific­o anche in un contesto politico».

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La vicenda del metodo Stamina è esemplare: una bufala alimentata da stampa e tv finì per essere praticata in un ospedale pubblico

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