Corriere della Sera

L’orgoglio di Ghali

Tour nei palazzetti del rapper. «A scuola ho visto tante ingiustizi­e, ora realizzo un sogno» «Io, italiano, figlio di immigrati parlo con la mia musica È la risposta a chi mi attacca»

- Andrea Laffranchi

«Ho saltato lo step in mezzo». Ghali ha bruciato le tappe. In due anni il rapper è passato da sconosciut­o a recordman di Spotify, dai concerti nelle discoteche a un tour nei palazzetti che partirà il 18 ottobre da Mantova. Nessun rapper (Fedez si autoesclud­e dalla categoria) ha mai fatto una serie di concerti con questi numeri, ma anche nel pop sono pochi quelli che se li possono permettere. «È un sogno che si realizza, la storia di un ragazzo che passa dai palazzi ai palazzetti» sorride.

L’idea alla base di queste due ore di show Ghali la sintetizza con due parole «urban fantasy». «Urban perché c’è la strada, anzi il boulevard che rende elegante il concetto di strada che diventa ricca. Fantasy invece come il mondo delle mie canzoni con cartoni, sogni, personaggi fantastici».

Salvini ha punzecchia­to lui (e anche Nina Zilli e Gemitaiz) durante un comizio. «”Ti ha attaccato Ghali” mi hanno detto. E chi è?». «Parlo con la mia musica e con la mia storia», replica il 25 enne di origini tunisine. Il concerto non sarà l’occasione per una risposta al vicepremie­r. «Lo show è già di per sé quello che sta succedendo nel Paese. Non voglio elevarmi, ma quando mai è successo che un italiano, figlio di immigrati, con una famiglia che viene da quella che qualcuno chiama feccia, dai quartieri dove c’è stata la scintilla della rivoluzion­e araba, un ragazzo cresciuto da solo con mamma e un padre che non c’è, riuscisse ad arrivare qui?».

In «Cara Italia», hit da 36 milioni di ascolti su Spotify, racconta di un Paese in cui l’idea dello straniero «alieno senza passaporto e in cerca di dinero» è ferma al medioevo e che la risposta al «vai a casa» che gli indirizzan­o i razzisti è «sono già qua». «Quando ero piccolo, in classe i colorati eravamo solo io, un filippino, un sudamerica­no e un cinese. Non ho subito, ma vedevo che c’era l’occhio diverso magari della ragazzina che preferiva giocare con gli italiani. Quando vedevo un’ingiustizi­a nulla mi consolava. Penso alla sensazione che prova un bimbo straniero a scuola oggi... È diversa. Adesso c’è Ghali. E anche se i molti bambini che mi seguono magari certe cose non le colgono spero di avergli messo un seme in testa».

Lui e Sfera Ebbasta hanno portato in Italia la trap, nuovo filone rap che ha rivoluzion­ato le classifich­e. «Sono partito da quel mondo, ma non mi basta. Ci sono giorni in cui mi sento parte della scena e altri in cui non lo sono». Forse gli va stretto l’immaginari­o raccontato da molti colleghi, quello fatto di soldi e moda, quello dei due Rolex al polso proprio di Sfera (che però potrebbe essere ospite nella data di Milano). «Io la foto con due Rolex non la farei mai. Ho amici che faticano a trovare lavoro. È un gesto che dice “io ce l’ho e tu no”».

Il suo modello, anche negli abiti stilosi, è una star mondiale come Stromae. «È la dimostrazi­one che non ti devi omologare per avere successo, ma devi lavorare su te stesso. È la stessa strada che ho seguito io, ma anche molti della cosiddetta scena indie come Cosmo, Calcutta, Lo Stato Sociale». Si tratta dina una generazion­e che ha svecchiato l’anagrafe del panorama musicale. «Era già vecchio... Il rinnovamen­to è qualcosa di ciclico e qualcosa di simile si era visto in passato. La prossima volta sarà più veloce. C’è più meritocraz­ia rispetto al passato: sali in cima e devi dimostrare di saperci restare, se non ci riesci è perché non te lo meriti».

La botta definitiva alla popolarità potrebbe arrivargli da una partecipaz­ione a Sanremo. «Non ne ho mai visto una puntata. Mi sorprende che ci sia questa attenzione e tutti mi chiedano del Festival. Però non ho mai visto nulla anche di X Factor».

Su Sfera Ebbasta Non avrei fatto la foto con due Rolex, è un gesto discutibil­e. Ho amici che faticano a trovare lavoro

 ??  ?? Sul palcoGhali Amdouni è nato a Milano, da genitori tunisini, il 21 maggio del 1993
Sul palcoGhali Amdouni è nato a Milano, da genitori tunisini, il 21 maggio del 1993
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In concerto Ghali durante il concerto di Radio Italia Live in piazza del Duomo a Milano lo scorso giugno. Il suo nuovo tour parte il 18 ottobre da Mantova

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