Dalla Russia con i pattini, Romeo e Giulietta sul ghiaccio
SOCHI Ha iniziato a pattinare a 5 anni e la prima volta che è venuto in Italia ne aveva 14, invitato dal giornale l’unità. «Era il 1987 e ancora esisteva l’unione Sovietica — racconta il coreografo e regista russo Ilya Averbukh (classe 1973) —. Insieme ad altri ragazzi partecipai a una manifestazione del Pci a Bormio, sponsorizzata dal quotidiano di partito: un’esibizione di pattinaggio artistico. Ricordo la nostra emozione: era la prima volta che ci facevano uscire dalle nostre frontiere, un’occasione più unica che rara. E ricordo il calore con cui fummo accolti dal pubblico. Credo che fosse un modo per mostrarci come eccellenze, giovani talenti sovietici».
Oggi Averbukh (ex campione del mondo e argento olimpico) è uno dei produttori di spettacoli su piste di pattinaggio più famosi di Russia. Romeo & Juliet è il suo ultimo progetto, suggestivo musical in scena attualmente nello stadio del ghiaccio Iceberg a Sochi, costruito in occasione dei giochi olimpici del 2014, e da ottobre inizia la tournée internazionale in Italia: il 6 ottobre all’arena di Verona e dal 19 ottobre al Palavela di Torino. Un allestimento faraonico costato 5 milioni di dollari: 100 le persone coinvolte, attori, cantanti, musicisti, tecnici, tra cui 4 medaglie d’oro olimpiche e 12 campioni del mondo di pattinaggio e danza su ghiaccio. Protagonisti Maxim Marinin (Romeo) e Tatiana Totmianina (Juliet), entrambi stelle dello sport.
La storia dei due infelici innamorati parte dalla fine, a fatti già avvenuti, ed è narrata da Frate Lorenzo (Alexei Tikhonov): egli dichiara il suo strazio, sentendosi colpevole della morte dei due giovani. È stato lui a sposarli in segreto e poi a fornire la pozione-sonnifero a Giulietta, affinché potesse sottrarsi al matrimonio combinato dai genitori con il conte Paride. Ma le cose precipitano e Romeo, credendo morta la sua amata, si uccide con l’arsenico. Il Frate si maledice per l’errore commesso e chiede la condanna per ciò che ha fatto. La trama si sviluppa poi tra mirabolanti acrobazie, danze, evoluzioni ginniche, accompagnate dalle musiche di Mozart, Prokofiev, Bach, alternate a quelle originali di Roman Ignatiev.
Spiega Marinin-romeo: «Ci siamo preparati per un anno». Totmianina-juliet: «Per non limitarci all’esibizione atletica, ci siamo ispirati ad attori veri». Lo conferma Averbukh: «Il mio mito è il film di Zeffirelli. Lo spettacolo è un omaggio all’italia, dove ho fatto la mia prima uscita da sportivo, attraverso un’opera che trasmette un messaggio di fratellanza».